venerdì 28 giugno 2019

Il buon umore

Vengono nella vita momenti bui in cui sembra che le cose non vadano come dovrebbero andare. Ma dove andremo a finire! Così mi viene da pensare…
Una cosa è chiara: questo non è un atteggiamento cristiano. Quando mai, a giudicare umanamente, le cose sono andate nel verso giusto nella vita di Gesù? Ci sono stati momenti luminosi in cui la grazia di Dio si manifestava in modo palpabile e meraviglioso, ma ben presto questi momenti venivano avvolti dalla nebbia fitta dell’incomprensione  e dell’indifferenza. Dio costruisce sulla mia e altrui fragilità. Perciò niente pessimismo. Vale invece la preghiera del santo sacerdote napoletano, don Dolindo Ruotolo: Gesù pensaci tu.
Il buon umore è il compagno di strada dello Spirito Santo. Ci sono dei momenti di stanchezza e allora è proprio la carità che mi dice: riposa, fai sport o ciò che ti piace. A che giova se faccio quanto devo con l’aria indispettita? Calma. Un buon sonno e le cose non si presentano più così terribili. Per me nuotare è un modo per essere più buono. Le mie preoccupazioni sono solubili in acqua: non scompaiono ma si presentano in modo diverso. Senza contare che avere accanto una persona di buon umore è coinvolgente. Napoli insegna…
Ho imparato che quando il sorriso non mi viene devo diffidare di me stesso e mi dico stai zitto, non fare l’eroe, fai come negli alberghi: metti il cartellino fuori dalla porta “Please do not disturb” e vedrai che, dopo un pisolino, il mondo cambia. Per far questo ci vuole umiltà. E’ vero che non sempre si può fare, ma almeno si può avvisare: guardate oggi “non è cosa” e aspettare pazientemente lo stop. 
La Madonna è la buona consigliera… Si può immaginare Maria arrabbiata? Esiste la devozione alla Madonna addolorata ma non arrabbiata. E’ la madre del buon consiglio che mi dice: “guarda che il mondo va avanti anche senza di te. Molla un attimo e tutto andrà meglio. Guarda il mio sorriso…”

martedì 25 giugno 2019

Il Battista...

Festa di San Giovanni Bastista. Sono a tavola in una residenza universitaria e il discorso cade sul santo del giorno. Il direttore chiede a uno degli studenti più brillanti, un esperto di internet e consulente di wikipedia, come e perché è morto San Giovanni. Silenzio. Tento di evocare la danza di Salomé ma non ci sono segni di ravvedimento. Poco più tardi siamo tutti insieme, una ventina di studenti dalla media di voti piuttosto alta. Anche qui scena muta. “Ma come, tu non hai fatto catechismo?” viene chiesto a uno. “Sì, ma solo per sei mesi”.
Qual è la reazione giusta? Non sono scandalizzato, sono allibito. Un episodio così noto, narrato nel Vangelo, e utilizzato tante volte anche per spettacoli piccanti. Me ne faccio subito una ragione. Non bisogna dare più nulla per scontato. Piuttosto mi sento stimolato. Se oggi c’è tanta informazione e tanta ignoranza bisogna darsi da fare.
Ho appena pubblicato un libro su come San Josemaría parlava di Dio ai giovani. Ebbene a costo di essere considerato una faccia tosta, uno che si fa pubblicità da sé, dico : leggetelo!!! Non mi importa che si venda, il guadagno è ridicolo… m’importa che si legga, che ci si renda conto che si può parlare di Dio ai giovani; che si può proporre una vita che tenda all’identificazione con Gesù.
 Intorno c’è “tabula rasa”? Meglio! Scriveremo sul bianco immacolato dell’ignoranza diffusa. Lascio da parte i sociologismi. Dio è quello di sempre, Gesù resta con noi fino alla fine dei tempi, lo Spirito Santo sa infiammare i cuori.
Il libro è pubblicato da Mondadori: Il Cammino di San Josemaría. A questo proposito su YouTube c’è una bella intervista di Monica Mondo, basta cercare “Soul. Corigliano”. Buona lettura, buona visione e coraggio!
 https://www.youtube.com/watch?v=6Yc3cnNA2oQ


lunedì 10 giugno 2019

La verità vi farà liberi


Quando Gesù dice :  la verità vi farà liberi (Gv 8,32) non intende solo la contemplazione intellettuale delle verità di fede ma invita a vivere secondo le verità di fede. Noi siamo stati educati, per la maggior parte, a considerare il rapporto con Dio come periferico, semmai una semplice morale – comportarsi bene – o una risorsa quando ci troviamo in situazioni disperate. Questa visione riduttiva è il male della nostra epoca. Noi viviamo in Dio come spiega San Paolo: “In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” ed è quindi puerile considerare Dio un accessorio. “ Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa…” dice sempre San Paolo, conviene essere coscienti che lo facciamo grazie a Dio, stando in Lui. I santi hanno fatto così. Mi ricordo di aver sentito San Josemaría dire che  più volte al giorno viveva la scena del figliol prodigo che torna da suo padre. Voleva dire che si accorgeva quando si staccava dall’unione con Dio e subito ritornava a Lui: non voleva distrarsi. Chiedeva perdono e ricominciava. E’ una gran comodità vivere da figli piccoli di Dio, far fare a Lui le cose. E’ una maniera semplice e spontanea di vivere la fede. Santa Teresa diceva che l’immaginazione è la pazza della casa. Vuol dire che sperimentava anche lei la capacità della nostra mente di distrarsi e anche di far fatica di concentrarsi in Dio. Quante volte mi distraggo durante la giornata! Meno mi distraggo e più sono contento alla fine della giornata. Quando mi sono fatto aiutare a  sbrigare quella faccenda con l’aiuto della Madonna o di San Giuseppe, quando mi sono affidato a Gesù prima di quell’incontro delicato che doveva andar bene, oppure quando ho chiesto l’aiuto dello Spirito Santo per snebbiarmi il cervello perché non riuscivo a concludere nulla, allora sono contento qualsiasi cosa sia successo: in genere succedono cose buone…