lunedì 22 agosto 2022

Escrivá

 Quando si sta vicino a grandi uomini c’è un pericolo: farci l’abitudine. Ora che ho raggiunto gli ottanta anni mi pare di scorgere soltanto la parte dei piedi, per così dire, di San Josemaría Escrivá. Continuamente riscopro aspetti nuovi del suo stile mentre mi piace riflettere sulla novità del suo messaggio.

Escrivá, beninteso, non si sentiva un innovatore ma un chiamato a rifondare uno spirito cristiano adatto ai laici. Perciò il suo modello era quello dei primi cristiani, quando non erano ancora apparsi gli ordini religiosi aventi al centro della loro chiamata il distacco dal mondo e una dedicazione totale della vita a Dio. Anche per i laici cristiani la vita è da dedicare interamente a Dio ma attraverso la loro vocazione specifica di persone che vivono nel mondo e sperimentano le normali realtà di tutti i giorni. E’ evidente il diverso modo di vivere di un cenobita e di un padre di famiglia. Per esempio la povertà per un padre di famiglia si esercita nel lavorare seriamente per guadagnare il sostentamento dei suoi, non spendere in inutili lussi, comportarsi come la normalità gli richiede, con sobrietà.

E’ luminoso il modo in cui il Santo educava a coltivare il rapporto con Dio e con gli altri. Non appare mai il disprezzo per le realtà mondane, ma lo stile del rapporto con Dio è quello del figlio, possibilmente del figlio piccolo (come il Vangelo suggerisce). Il rapporto con gli altri era improntato all’armonia e all’affetto. Le famiglie venivano indicate come “focolari luminosi e allegri”, lo spirito di mortificazione era, per prima cosa, sacrificarsi perché gli altri stessero bene: farsi tappeto perché camminassero sul morbido. Addirittura giunse a dire che il letto matrimoniale degli sposi è un altare: affermazione difficile da digerire nel secolo scorso. Non criticò mai lo stile di vita dei religiosi, che dimostrò sempre di stimare, ma sottolineò l’aspetto positivo delle realtà mondane per i laici. La passione professionale, il valore dell’amicizia, il fascino dell’amore fra i coniugi, saper apprezzare le cose belle del mondo, erano tutte strade per amare Dio, senza facili concessioni agli eccessi. Il risultato è uno spirito sereno, capace di lottare contro le tendenze disordinate ma nello stesso tempo gioioso e attraente.

Ho solo accennato a temi fondamentali. Vivere il cristianesimo con questo stile non è da poco.



lunedì 1 agosto 2022

 Ogni tanto ci troviamo in una situazione in cui l’unica prospettiva di soluzione positiva è pregare: chiedere l’aiuto di Dio. Spesso noi stessi o altri abbiamo detto: “Proverò anche se la mia è una povera preghiera…”, oppure una frase del genere.

Occorre distinguere: da una parte che io sia un poveraccio è fuori discussione. Ma un poveraccio, che sa di esserlo, viene ascoltato dal Signore, perciò la preghiera non è povera ma potentissima.

Mi sta a cuore distinguere quando sono devoto e quando sono contemplativo. La devozione è un bell’atteggiamento ma essere contemplativo significa partecipare della realtà di Dio. La conseguenza pratica è il continuo parlare con Gesù che è il fine della mia vita: ne è il custode e il pilota. Un conto è fare una cosa perché la devo fare, un altro è farla avendo come motivazione e guida Gesù.

Ultimamente questo atteggiamento mi riesce più facile. Al mattino mi sveglio e come metto piede a terra dico: serviam!. Per i ricordi di latino ormai lontani “serviam” è sia futuro che congiuntivo. Non importa: vuol dire “ti servirò Signore” e la mia giornata prende senso da questo. Poi nella Santa Messa c’è questo incontro intimo con Gesù nella Comunione. Il dialogo è già iniziato da un pezzo ma, dopo la Comunione è un momento intenso. Lungo la giornata il dialogo continua e ogni tanto me ne dimentico. Poi c’è il ricordo. Ah già Gesù. E chiedo scusa per la distrazione. Così la giornata è viva ed è più facile essere buono oppure meno scemo.

Ho semplificato molto ma penso che se i cristiani invece di fare dibattiti vivessero in questo dialogo, tutto andrebbe meglio. Sarebbero davvero in grado di mostrare come la felicità del Cielo comincia da questa terra.