domenica 13 novembre 2011

E' opportuno pregare per l'Italia. La cartolina di Tempi





Qualcuno ha detto che, davanti alla situazione critica del nostro Paese, occorre soprattutto pregare. E mi pare che abbia ragione. Mi ha sempre colpito il fatto che, quando Erode decise di mettere in carcere Pietro (Atti degli Apostoli, cap. 12), la reazione dei cristiani non fu quella di pensare: “fra noi c’è la moglie di Cusa procuratore di Erode, cerchiamo d’intavolare una trattativa per liberare Pietro”. Questo è quello che avrei fatto io. Invece si misero tutti a pregare e Pietro venne liberato miracolosamente.
Il nostro Paese custodisce le reliquie di Pietro e Paolo, il corpo di San Francesco e di tanti santi. E’ una terra ricca di uomini e di talenti sorprendenti. Possiamo chiedere al Signore che ci mandi dei giusti ora che sembra che tutti cerchino soltanto il tornaconto personale. La crisi è mondiale ma avvertiamo, oggi come mai in questi anni, la vicinanza di persone che non riescono ad arrivare a fine mese. Persone a cui pesano le bollette della luce e del gas. Persone che cercano lavoro, persone che soffrono. Abbiamo discusso di come abbreviare la vita agli anziani e non riusciamo a far campare i giovani, abbiamo discusso se chiamare matrimonio l’unione fra omosessuali e lui e lei non riescono a sposarsi e fare i figli che sono una risorsa per il Paese. Siamo andati un po’ fuori strada. Chiediamo al Signore che ci indichi la via, che ci faccia mettere al primo posto l’amicizia con Gesù e renda il nostro Paese lieto e florido. Mi sembra giusto il suggerimento di pregare.




domenica 6 novembre 2011

La nuova cartolina per Tempi è ... dal Paradiso





Siamo nel mese di novembre e ognuno ha ricordato i propri cari defunti con affetto e devozione. Nello stesso tempo abbiamo pure pensato che la morte prima o poi arriverà e ci siamo posti la domanda: ma io alla vita eterna ci credo davvero? La domanda non è sconveniente per un cristiano perché lo stesso Santo Padre ha sentito il bisogno di dire ai componenti della Pontificia Commissione Biblica, tutti teologi e sacerdoti: “Noi oggi abbiamo spesso un po' paura di parlare della vita eterna…mostriamo che il Cristianesimo aiuta a migliorare il mondo, ma non osiamo dire che la sua meta è la vita eterna e che da tale meta vengono poi i criteri della vita.” La fede cristiana resta “mutilata” se non si pensa a questa meta. Gesù è risorto e noi risorgeremo con lui. Resistiamo a credere questa verità perché siamo impregnati di una cultura che riconosce solo ciò che è materiale. Solo i bambini sanno credere e parlano con il nonno o la zia defunti. Ecco: chiediamo la fede vera che è quella dei bambini perché, come dice Gesù, solo chi è come loro entrerà nel regno dei Cieli. Dobbiamo ogni giorno rincominciare a vivere in dialogo con Dio, come Sant’Agostino, nel bel mezzo delle tante cose da fare. Noi non abbiamo “cose da fare” abbiamo occasioni per amare, come ha fatto Gesù che aveva “parole di vita eterna”. Perciò il Papa conclude: “Dobbiamo avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che la vita eterna c'è, è la vera vita e da questa vera vita viene la luce che illumina anche questo mondo.”





mercoledì 2 novembre 2011

Il Paradiso e Hallowen sul Corriere della sera del 31 ottobre

Io sono contenta quando so che Dio è contento: la nuova cartolina di Tempi

Io sono contenta quando so che Dio è contento. E’ la frase di una collaboratrice familiare che ha dedicato la sua vita a Dio nel celibato, seguendo l’esempio di Gesù. Man mano che passa il tempo questa frase si ingigantisce. All’inizio l’ho registrata in un’intervista, poi l’ho letta, poi ci ho riflettuto e mi è parso che quest’espressione così semplice contenga in sé l’Antico e il Nuovo Testamento, i dieci comandamenti e il discorso della montagna, secoli di spiritualità cattolica, l’ascetica e la mistica: Io sono contenta quando so che Dio è contento.
  E come so che Dio è contento? chiede chi è abituato dalla cultura dominante a buttare tutto in chiacchiere. Noi sappiamo, io lo so quando Dio è contento. Me lo dice la voce della coscienza, me lo dice la voce dello Spirito Santo che parla nel profondo del cuore, il Dio più intimo a me di me stesso, per dirla con Sant’Agostino.
  L’inizio di un anno di lavoro parte con nuovi progetti. Questi progetti ci dicono cosa c’è nel nostro cuore. Il desiderio di affermarsi, di far soldi, di uscire dai tanti guai che ci opprimono in questa valle di lacrime. Ma ecco che questa frase ci aiuta a raddrizzare la rotta. Il progetto migliore è far contento Dio perché solo questo ci farà felici. Siamo creature che stanno bene solo in sintonia col creatore. Siamo amici di Gesù che ha fatto “contento” suo Padre Dio compiendo la Sua volontà. Ormai la sera, prima di andare a letto, mi pongo solo una domanda: sono contento perché so che Dio è contento?