Io sono contenta quando so che Dio è contento. E’ la frase di una collaboratrice familiare che ha dedicato la sua vita a Dio nel celibato, seguendo l’esempio di Gesù. Man mano che passa il tempo questa frase si ingigantisce. All’inizio l’ho registrata in un’intervista, poi l’ho letta, poi ci ho riflettuto e mi è parso che quest’espressione così semplice contenga in sé l’Antico e il Nuovo Testamento, i dieci comandamenti e il discorso della montagna, secoli di spiritualità cattolica, l’ascetica e la mistica: Io sono contenta quando so che Dio è contento.
E come so che Dio è contento? chiede chi è abituato dalla cultura dominante a buttare tutto in chiacchiere. Noi sappiamo, io lo so quando Dio è contento. Me lo dice la voce della coscienza, me lo dice la voce dello Spirito Santo che parla nel profondo del cuore, il Dio più intimo a me di me stesso, per dirla con Sant’Agostino.
L’inizio di un anno di lavoro parte con nuovi progetti. Questi progetti ci dicono cosa c’è nel nostro cuore. Il desiderio di affermarsi, di far soldi, di uscire dai tanti guai che ci opprimono in questa valle di lacrime. Ma ecco che questa frase ci aiuta a raddrizzare la rotta. Il progetto migliore è far contento Dio perché solo questo ci farà felici. Siamo creature che stanno bene solo in sintonia col creatore. Siamo amici di Gesù che ha fatto “contento” suo Padre Dio compiendo la Sua volontà. Ormai la sera, prima di andare a letto, mi pongo solo una domanda: sono contento perché so che Dio è contento?
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