domenica 25 aprile 2021

Risurrezione 2

Per noi è impossibile immaginare la vita eterna e la nostra risurrezione. Se ci crediamo, e lo affermiamo nel Credo, è perché è stato Gesù che ne ha parlato più volte. 

Chi crede ha la vita eterna… Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”

“Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6)

Durante l’ultima cena San Matteo (26,29) riporta: “Io vi dico che da ora non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò di nuovo con voi nel regno del Padre mio.”

La risurrezione di Gesù, come dice San Paolo, è la primizia della nostra: la primizia è il primo frutto di stagione a cui seguono molti altri.

Sempre San Paolo descrive la sua esperienza del Paradiso: “Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa – se con il corpo o fuori dal corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo… fu rapito in Paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare (2 Corinzi 12)”. Apparentemente questa è una fregatura: parole indicibili. E noi che invece vorremmo sapere… Però un messaggio c’è: che si tratta di una realtà vera. Vera e per noi irraggiungibile. Il Paradiso c’è ed è così meraviglioso che non riusciamo nemmeno a parlarne. Viceversa San Paolo se la prende con chi mette in dubbio la risurrezione. Un dubbio che non è dei nostri giorni e che è presente anche in Israele prima della venuta di Gesù: l’esistenza della vita eterna era una questione che divideva i farisei dai sadducei che non ci credevano. 

Così reagisce San Paolo nella sua lettera ai Corinzi (1,15):

E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?  Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!  Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. Non lasciatevi ingannare.

Tutto ciò ci conforta perché se avvertiamo in noi la difficoltà a immaginare la vita eterna non vuol dire che siamo dei perversi materialisti. Ci conforta perché si tratta di una realtà troppo bella per essere espressa. 

 

 


 

venerdì 16 aprile 2021

Corpo glorioso

 Pierluigi Diano è un artista laureato in medicina. Pubblica su Facebook interessanti aggiornamenti sul Covid con digressioni anche poetiche. Due giorni fa ha pubblicato l’incipit di una poetessa contemporanea, Mariangela Gualtieri, che trascrivo:

“Sii dolce con me. Sii gentile.

È breve il tempo che resta. Poi saremo scie luminosissime.

E quanta nostalgia avremo dell’umano. Come ora ne abbiamo dell’infinità.

Ma non avremo le mani. Non potremo fare carezze con le mani.

E nemmeno guance da sfiorare leggére.

Una nostalgia d’imperfetto ci gonfierà le particelle lucenti.

Sii dolce con me. Maneggiami con cura.”

La poesia continua, incantevole.

Spero di non essere pedante se aggiungo una buona notizia: nella risurrezione potremo farci carezze vere perché avremo le mani. Il nostro corpo non è destinato alla polverizzazione ma addirittura a essere animato dalla grazia di Dio: sarà “un corpo glorioso”, il nostro stesso corpo divinizzato. L’esempio è Gesù risorto che afferma di non essere un fantasma, si fa toccare e mangia pesce arrosto. Posso indicare pubblicazioni autorevoli che trattano l’argomento.

La poesia resta incantevole ma non è necessario sentire la nostalgia delle carezze. Saranno possibili anche allora. Saremo dolci e gentili, come dice Mariangela.




martedì 13 aprile 2021

La Comunione

 Chi si converte da adulto alla fede cristiana ha un vantaggio: si rende più conto di quanto gli vien detto. Ad esempio: la prima Comunione. E’ senz’altro bello farla da piccoli. “Gesù viene da te…”. “Ora devi essere più buono…” tutte affermazioni belle e vere ma che rischiano di diventare stagionate, stereotipate. Oggi, tornando dalla comunione ho pensato: sto mangiando Dio! Mi è girata la testa. Sto mangiando Dio. Ma chi e dove dice questo? Che cosa strana, che privilegio è “mangiare Dio?”. Io essere così mortale che morirà fra poco… mangio Dio? Dio creatore del cielo e della terra, Dio al di sopra del tempo e dello spazio… io lo mangio! Ma che cosa posso fare se non farmi portare da Lui, cercare di non rassegnarmi ai meccanismi della distrazione, della stanchezza. Creare il vuoto dentro di me perché Lui lo riempia. Sento che più creo spazio per Lui, più divento umano, comprensivo… divento me stesso. Gli aerei hanno il pilota automatico, Dio è molto di più. Come faccio a essere così sciocco da distrarmi. E’ come avere un collaboratore più bravo di me e ostinarmi a fare le cose da solo… E’ come se scegliessi il cibo insipido mentre ho a disposizione il cibo più buono e saporito. Credo che i santi avessero la grazia di rendersene conto quasi sempre. Dico “quasi” perché anche loro erano creature, bambini che si distraggono appena sentono un suono o vedono una luce. Quando faccio spazio a Dio dentro di me la vita diventa saporita, dedicata alle cose di Dio.

Prego per me e per te, lettore, affinché Dio ci aiuti in questo.