Lo Spirito Santo porta la gioia. Quando l'Arcangelo San Gabriele saluta Maria dice in realtà "gioisci" anche se in italiano è stato tradotto con "ti saluto" o "ave". Gioisci: un verbo che nella Bibbia viene utilizzato soltanto quando un profeta preannuncia la venuta del Messia. In Sofonia,3 si legge: "Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!". Elisabetta fu ricolma di Spirito Santo quando ricevette Maria e il bambino sussultò di gioia nel suo grembo. I Re Magi quando trovarono il bambino "gavisi sunt gaudio magno valde", letteralmente: si rallegrarono fortemente per la gran gioia. Adamo quando vede per la prima volta Eva esplode di gioia. Il Signore ha accenti di gioia quando loda Abramo per la sua obbedienza e gli predice una discendenza infinita. Così come con gioia promette a Salomone che gli concederà non soltanto la docilità del cuore, che lui ha chiesto, ma aggiungerà ricchezza, onori e vittorie.
Non è vero che avvertiamo una gioia particolare dopo la confessione? Sant'Agostino è il cantore della presenza dello Spirito Santo nel cuore: una presenza intima, più intima di me stesso (intimior intimo meo, Confessioni, III, 6). Si dice che il concetto di Trinità è imperscrutabile fino in fondo ed è vero, ma per me, come per ogni cristiano, è naturale rivolgersi a Dio Padre per ottenere una grazia, conoscere sempre meglio il Figlio leggendo il Vangelo e ritrovare il sussurro di Dio nel mio cuore avvertendo la presenza dello Spirito Santo. Quando la mia volontà accetta di aderire alla volontà di Dio una gioia grande s'impossessa nel cuore ed è lo Spirito Santo a donarla.