lunedì 24 ottobre 2011

Sulla Madonna distrutta. Cartolina su Tempi




Sono passati alcuni giorni ma mi ritorna in mente l’immagine della statua della Madonna distrutta dai manifestanti “indignados” o da infiltrati nella manifestazione. Chi sia stato non importa: qualcuno ha sentito il bisogno di distruggere un’immagine di Maria. A dir la verità la statua non era molto bella, si poteva anche pensare di distruggerla per farne una più dignitosa. Ma quel che conta è l’intenzione di eliminare l’icona della Vergine.
  Appena l’ho vista, giacente per terra distrutta, ho provato soltanto un po’ di compassione per la stupidità umana. Ma quell’immagine mi tornava in mente. Mi ricordava quel racconto ottocentesco del figlio cattivo che assassina la madre, le strappa il cuore e  scappa. A un certo punto inciampa, cade e sente la voce di quel cuore che gli dice “ti sei fatto male figlio mio?”. Lasciamo stare il buon gusto di una novella del genere. Il significato ultimo resta: una madre è sempre una madre. E Maria è la madre per eccellenza e sento che il suo cuore palpita anche per l’indignato scemo che ha fatto quel gesto.
  Poi mi è venuto in mente che anch’io nella mia vita ho fatto dispiacere la Madonna. Mi sono venute le lacrime agli occhi e mi sono visto come l’autore di quel gesto. Anch’io sono stato scemo, ancora più scemo dell’indignato. Per fortuna ho pensato che la Madonna non si indigna, Maria ci svela il volto materno di Dio e pensa al male che facciamo a noi stessi quando non pensiamo a Lei. E le ho detto: “Tu sei l’amore della mia vita”.



lunedì 17 ottobre 2011

Una cartolina per il Papa che va ad Assisi il 27 ottobre




Ha annunciato Benedetto: “Nel prossimo mese di ottobre mi recherò pellegrino nella città di San Francesco …”. Francesco dopo quasi mille anni rimane il simbolo del cristianesimo vissuto fino in fondo, della speranza che va oltre ogni speranza per la pace e la giustizia nel mondo.
  Giovanni Paolo II ebbe l’intuizione dell’incontro interreligioso del 1986 mentre sul mondo diviso in due blocchi pesava la minaccia di una terza guerra mondiale e si preparavano gli scudi stellari. Le religioni non sono un motivo di guerra, semmai vengono strumentalizzate da chi ha propositi di guerra. Perciò la grande idea del Papa di un incontro che testimoniasse la volontà di pace da parte di chiunque crede in un Dio creatore, di cui siamo creature.
 Giovanni Paolo II tornò ad Assisi nel 2002 con un incontro interreligioso quando c’era chi voleva far credere che era in atto uno scontro di civiltà, mentre c’era soltanto una volontà di guerra. Magistrale fu nel 2003 il suo intervento a braccio dalla finestra con la voce roca ma indomita: “Io appartengo a questa generazione che ricorda bene, che ha vissuto – grazie a Dio ha sopravvissuto – la seconda guerra mondiale. E per questo ho anche il dovere di ricordare a tutti questi giovani, ai più giovani che non hanno quest’esperienza, di ricordare e di dire: mai più la guerra!” Grande papa, grande padre che ama i suoi figli e li difende con coraggio. Grazie ancora Giovanni Paolo II. Con te e con Benedetto diremo: basta con la guerra, mai più la guerra!


domenica 9 ottobre 2011

A proposito degli "indignados". La nuova cartolina su Tempi




Adesso ci sono gli “indignados”. Chissà perché il termine viene scritto dai giornali in spagnolo anche se le ultime manifestazioni sono avvenute negli Stati Uniti. “Lobby” è in inglese, “Blitz” è in tedesco, “Mafia” in italiano, e “Golpe” è sudamericano. Gli indignados spagnoli hanno fatto breccia nei mezzi di comunicazione, anche se è diventato di moda indignarsi pure in Italia. Due anni fa sono stato ospite di un concorso letterario a Tropea e, durante un’intervista pubblica, un professore universitario mi ha chiesto, riferendosi all’ultimo scandalo d’attualità: “Ma lei non si indigna?" Grande applauso del pubblico. Dopo una pausa, nel silenzio generale, ho risposto “Io non mi indigno… Non mi indigno perché un cristiano è un discepolo di Gesù, che mangiava con i pubblicani e i peccatori, che non condannò l’adultera e che dette il Suo corpo in pasto a noi che siamo poco di buono”. Il pubblico tornò ad applaudire.
  Ricordo che San Josemaría, quando gli riferivano qualche malefatta di qualcuno, rispondeva: “comportiamoci bene tu ed io così ci saranno due farabutti di meno”. Nella sua semplicità questa è la vera ricetta. Lasciamo stare l’indignazione che porta solo sciagure peggiori ed è spesso strumentale (chi c’è dietro certa stampa nazionale e internazionale?). Lasciamo stare la ghigliottina dei giacobini. La gente non fa il suo dovere? Noi cerchiamo di farlo. La fedeltà non è più di moda? Noi cerchiamo di essere fedeli. La gente non sa più chi è Gesù? E noi Gli diciamo: Gesù ti amo.




sabato 8 ottobre 2011

Su Tempi un ricordo di Giovanni Paolo II





Si avvicina il 22 ottobre (giorno dell’inizio del Pontificato) quando per la prima volta si celebrerà la festa del Beato Giovanni Paolo II. Per chi c’era nel ’78 il mese d’ottobre resterà nella memoria come il mese delle grandi emozioni. “Non abbiate paura”, una frase del nuovo Papa che produce un brivido ripensando al momento in cui fu pronunciata. In quegli anni la Chiesa sembrava assediata da forze ostili ed ecco la sorpresa di vedere il condottiero degli assediati dire agli assedianti di “non aver paura”. Era un capovolgimento di posizioni e così fu davvero. La cultura laicista fu messa nell’angolo dal carisma di un Papa planetario che rappresentava non solo un modello di pastore ma un modello di uomo, di uomo cristiano: assetato di verità, poeta, filosofo e teologo, sportivo, amante della canoa e delle montagne (chi di noi non lo ricorda mentre assapora l’aria delle cime innevate col sorriso di chi ringrazia Dio), estimatore del genio femminile, capace di stare con i giovani e con milioni di persone senza il minimo imbarazzo, cultore del teatro e della parola pronunciata con partecipazione. Karol rubò il cuore dei suoi contemporanei.
  Ho un ricordo tenerissimo di lui: il Papa che ride con noi giovani la domenica sera di Pasqua. Ogni anno si organizzava una nuova scenetta di studenti, vestiti da pagliacci, che lo faceva ridere fino alle lacrime, piegato in due. Solo in famiglia si ride così. Grazie Santo Padre che ci hai insegnato a vivere e a morire, a ridere e a lottare.