venerdì 23 dicembre 2016

Su RaiUno dopo la S.Messa del Papa la notte di Natale...

Collaboro con Rai Vaticano e segnalo per la notte di Natale...

Comunicato Stampa

Il Giubileo di Francesco
Speciale Notte di Natale
Con Rai Vaticano Sabato 24 dicembre ore 23.30 su Rai Uno
dopo la messa del Papa

Dalla Siria con l’appello del Cardinale Zenari, alla Terrasanta con l’intervista al neo Amministratore Apostolico, l’Arcivescovo Pizzaballa; da Norcia e Amatrice, l’Italia terremotata senza chiese, alle periferie di Papa Francesco con il commento di Andrea Riccardi; dai presepi di San Pietro, con la barca opera di Malta, e di Napoli, città che ritrova l’antico complesso della Pietra Santa, al Natale dei Pontefici nella storia.

Nella notte di Natale l’appello per la pace dalla Siria martoriata dalla guerra. “La mia porpora porta già il sangue di tanta gente, il sangue di tanti bambini. La porpora  è il bel gesto del Papa per tutta la Siria. Dico fermatevi e cessate questa violenza. Non bombardate la speranza. La gente ormai rischia di non sperare più. Tocco con mano questa mancanza di futuro. Dopo sei anni di guerra civile e di bombardamenti c’è il rischio che la speranza rimanga sotto le macerie”, così il Card. Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco, intervistato, nello Speciale di Rai Vaticano, “Il Giubileo di Francesco – Notte di Natale”, in onda su Rai Uno, il 24 dicembre ore 23.30 dopo la Messa di Papa Francesco, ambientato nella Sala dei Misteri dei Musei Vaticani.
Il Card. Zenari racconta a Massimo Milone, che cura il programma (con i servizi di Nicola Vicenti, Costanza Miriano, Stefano Girotti, Piero Marrazzo, Aldo Maria Valli e Filippo Di Giacomo), l’odissea di un popolo e della sua gente ma anche l’azione diplomatica e di solidarietà portate avanti dalla Chiesa. In Siria, tra l’altro, quattro ospedali, a Damasco e ad Aleppo, vivranno grazie, alla Fondazione AVSI che ha raccolto fondi e invierà esperti. Tra i primi a raccogliere l’appello, gli operatori sanitari del Fondazione Policlinico Gemelli. Nello Speciale parla il segretario generale AVSI Giampaolo Silvestri.
Lo Speciale racconta poi il Natale in Terrasanta con l’intervista all’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, neo Amministratore Apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini. “Parlare di misericordia, perdono, riconciliazione in Terrasanta è sempre molto difficile. Però il Giubileo della Misericordia ha ricordato almeno a noi cristiani che la prospettiva della misericordia e del perdono è imprescindibile da una visione di pace”, dice Pizzaballa.
L’itinerario delle periferie di Francesco tracciato poi dal Card. Luis Tagle e dallo storico Andrea Riccardi. “Gesù è nato in Asia – dice l’Arcivescovo di Manila – parlava come un asiatico. In questa parte dell’Asia aperta a tutto il mondo. Però il mistero è che dove il Signore è nato, la Chiesa, rimane un piccolo gregge. Ma c’è futuro anche in un piccolo gruppo”. Mentre per Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, “Gesù dopo la nascita ha dovuto fuggire con suo padre e sua madre in Egitto, come un perseguitato politico e religioso. Come oggi Betlemme è il luogo della fragilità e della transitorietà”.
Riflettori, nello Speciale accesi sull’Italia terremotata “senza chiese” di Norcia e Amatrice, dove parlano religiosi, istituzioni e cittadini. Dice il Vescovo di Norcia Renato Boccardo: “mentre tutti gli edifici sono crollati o hanno subito danni è bello pensare che la statua di San Benedetto al centro di Norcia non si è mossa di un millimetro. Da questa certezza, da questa fede, dobbiamo ripartire”.
E ancora nello Speciale il presepe realizzato a Malta che, in Piazza San Pietro, vede accanto alla Grotta la barca dei migranti, simbolo di naufragi ma anche di salvezza e quello della tradizione che, nei vicoli della Napoli greco-romana, ospita l’effigie di Papa Francesco. Con la città che riapre un gioiello di storia e cultura come il complesso della Pietrasanta. Infine una rassegna del Natale dei Papi, da Leone Magno a Papa Francesco.
Lo speciale è stato ambientato nella suggestiva cornice della Sala dei Misteri, appartamento Borgia dei Musei Vaticani, dove, tra l’altro, è affrescata la Natività del Pinturicchio

Il programma “Il Giubileo di Francesco – Notte di Natale”, a cura di Massimo Milone, di Nicola Vicenti e Costanza Miriano, la consulenza di Giuseppe Corigliano, le musiche originali di Giovanni Scapecchi, la collaborazione di Filippo Di Giacomo, va in replica domenica 25 dicembre alle ore 12.30, su Rai Storia e per l’estero, sempre domenica, su Rai Italia. Edizione Pier Luigi Lodi, Produttore esecutivo Milvia Licari.

giovedì 22 dicembre 2016

Grazie per don Javier


Quanti motivi di ringraziamento per quest'anno! Il primo è  per il dono del Giubileo. Papa Francesco ci ha avviato verso una maggiore sensibilità per i bisogni altrui e ci ha segnato la strada per una maggiore attenzione per ciascuna persona che incontriamo, come Gesù.
Ci sono stati due distacchi dalla vita terrena che hanno segnato con dolore l'ultimo periodo dell'anno. Ettore Bernabei e Monsignor Javier Echevarría sono andati a godere del volto di Dio così cercato su questa terra. Di Bernabei ho già scritto su Tempi, ora vorrei esprimere il mio Te Deum per il dono della vita di don Javier, che chiamavamo Padre dal 1994.
Un'occhiata alla sua biografia ci dice molte cose. Nato nel '32 aderisce giovanissimo all'Opus Dei e diventa segretario di San Josemaría Escrivá dal 1953 fino alla sua morte nel 1975. Anni passati fin da giovane accanto a un santo, anzi a due santi perché l'altro "custode" del fondatore dell'Opus Dei era il beato Alvaro del Portillo. Dal 1975 in poi continua la sua vicinanza con don Alvaro fino al 1994 (quando don Alvaro muore) assumendo il titolo di vicario generale della Prelatura dell'Opus Dei. Dal 1994 viene confermato da Giovanni Paolo II come Prelato dell'Opera. La stretta unità con il Fondatore e il suo successore gli ha consentito di mantenere intatto, senza scosse, lo spirito fondazionale, fatto di fede, di amore alla Chiesa e al Papa e di spirito di famiglia che ha caratterizzato la guida dell'Opus Dei fin dai primi anni.
Con il transito al Cielo di don Javier si conclude così un periodo storico per l'Opera che lascia in eredità il desiderio di conservarne e attualizzarne lo spirito. Gli stessi tratti del carattere di don Javier testimoniano la continuità con i tratti fondazionali, anche nei piccoli particolari. Per esempio il costante buon umore. Nell'ultima lettera che ci ha scritto il primo dicembre di quest'anno il Padre riportava un brano tratto da un appunto di San Josemaría: "Conosco un asinello - parlava di se stesso - così mal ridotto che, se fosse stato a Betlemme accanto al bue, invece di adorare devotamente il Creatore, si sarebbe mangiato la paglia del presepe". Un senso dell'umorismo che don Javier ha conservato fino alla fine scherzando con coloro che lo accudivano.
Un altro tratto comune è la devozione alla Madonna di Guadalupe. Quando San Josemaría Escrivá nel 1970 si recò in pellegrinaggio in Messico pregò a lungo davanti all'immagine della Guadalupana. Più tardi, davanti a un quadro che rappresentava la Vergine che porgeva un fiore all'indio Juan Diego, disse:"mi piacerebbe morire così, con la Madonna che ti porge un fiore". San Josemaría morì improvvisamente davanti ad un quadro della Virgen de Guadalupe e la sua ultima frase fu rivolta a don Javier: "Javi, no me encuentro bien...". E' significativo che la Madonna abbia chiamato a sé don Javier il 12 dicembre, giorno della sua festa. Quasi a sigillo di questo ricordo, allego una foto che ritrae don Javier accanto a don Alvaro con una riproduzione della Guadalupana nello sfondo. Ero presente quando Edoardo Fornaciari scattò questa foto. Fu don Alvaro che volle don Javier accanto. Erano le necessarie fotografie ufficiali che si dovevano realizzare per uso interno ed esterno. Il sorriso dolce di don Alvaro esprime bene il clima che si viveva.
Un'altra caratteristica di don Javier era la memoria prodigiosa: un dono naturale alimentato dall'affetto reale verso le persone. Si ricordava di particolari dimenticati dallo stesso interessato. Nell'estate del '72 mi toccò in sorte di pranzare col Fondatore, don Alvaro e don Javier a Civenna. Abitavo a Milano da meno di due anni e San Josemaría mi chiese come mi trovassi in quella città. Sapevo che il Padre amava scherzare sui vari luoghi di provenienza e, siccome avevo apprezzato i dintorni di Milano dove i milanesi scappavano nel week end (dalle montagne alla Brianza), dissi: "Padre, il vantaggio di Milano è che appena ti sposti vai in un luogo migliore". Il Padre sorrise e la cosa finì lì. Dopo quasi 40 anni portai da don Javier un giornalista del Corriere e si parlò di Milano. A un certo punto don Javier disse, lasciandomi sbalordito: "Come dice l'ingegner Corigliano, il vantaggio di Milano è che appena ti sposti vai in un luogo migliore".
Chiarisco che tutti e tre i personaggi descritti hanno avuto sempre una grande considerazione per Milano e la sua Madonnina. Era tale l'affetto che il Padre riversava sulle persone che, quando uscimmo, il giornalista mi disse: "Oggi ho capito in poco tempo tanti aspetti dello spirito dell'Opera più di quanto avessi inteso da quando ci conosciamo...".
Concludo ricordando l'impegno quasi sportivo e grintoso con cui don Javier si dedicava a tutto ciò che riguardasse Dio. Una volta un prestigioso personaggio considerò che durante la recita del Rosario è facile distrarsi, don Javier simpaticamente e con slancio disse: "No, se si vuole, si può stare attenti...".


mercoledì 14 dicembre 2016

Che mondo sarebbe senza Napoli...


Ultimamente sto andando frequentemente a Napoli per lavoro. E' la mia città, lasciata tanti anni fa, che ha per me il fascino evocativo della giovinezza. La sua bellezza è sconvolgente. In mare e in cielo si dispiega una tavolozza celeste che fa risaltare la sagoma scura del Vesuvio, della penisola sorrentina e del profilo di Capri. Ma c'è qualcosa in più: è lo stile di vita degli abitanti che risulta soprendente. Le persone ti guardano negli occhi con un'espressione cordiale e penetrante. L'attitudine al sorriso e alla comicità ti coinvolgono in una continua commedia di De Filippo. Avverti che ciascuno è disponibile ad entrare in risonanza con ciò che porti nel cuore. Camminare per le strette strade del centro è una festa: dolci prorompenti e provocanti emergono dalle vetrine delle pasticcerie. Pizze, paste cresciute e fritture varie ti tentano ad ogni angolo. Perfino la superstizione diventa spiritosa: si vendono corni rossi "collaudati". I pastori dei presepi ti lasciano a bocca aperta. Ci sono anche i personaggi d'attualità, compreso "O traditore Higuain" (il calciatore passato alla Juventus). Nei bassi si assiste a scene di vita quotidiana esibita con naturalezza: si convive con tutti. La musica è ovunque, ti accompagna: senti voci che cantano con un'intonazione perfetta. Hai l'impressione che Gesù Bambino stia a suo agio fra la gente perché avverte una religiosità che sorge spontanea dal terreno della semplicità e dell'allegria, dal cuore disposto a capire, a condividere.