venerdì 4 maggio 2012

Grazie, il Nirvana non fa per me


Un mensile che tratta di stile di vita, anzi di style (se no che stile è?), pubblica un’inchiesta sulla felicità con esempi di personaggi “felici” un po’ curiosi: la signora che fotografa se stessa per dimensionare i propri problemi, il giovane che vive soltanto dei prodotti della terra che lui stesso coltiva, il tipo che a 30 anni ha cominciato a correre e non smette più, precisando che però bisogna mangiar bene. Una felicità fatta di espedienti, insomma. Ma ecco un lampo di spiritualità: c’è chi propone di meditare, per non lasciarsi travolgere dai picchi emozionali. La giornalista, colpita, esclama: “bello! Ma come si diventa così zen?”
Ci vorrebbe Carosone che canta: “Tu vuoi fare l’orientale, ma sì nata in Italy”. Possibile che l’unico accenno alla meditazione sia di marca “zen”, cioè di scuola buddista? Apparteniamo a una civiltà che è fiorita all’alba del Medio Evo nei monasteri (vere isole nel mare di barbarie), si è affermata attraverso le università, fondate da uomini di fede (cristiana), ha creato la cultura occidentale che oggi è il punto di riferimento anche per i paesi non occidentali. Un cinese mi ha detto: “noi veniamo qui ammirati dalla vostra civiltà e ci accorgiamo che la state buttando dalla finestra”. Gesù ci ha insegnato a pregare dicendo “Padre nostro”. Abbiamo una madre, Maria, che ci svela il volto materno di Dio. Vivo a tu per tu con un Dio personale. Sorry, il Nirvana, la dispersione buddista di me stesso nel cosmo, non è nel mio style! Bye, bye!



1 commento:

  1. Caro Pippo, non hai idea di come condivida queste tue riflessioni pur essendo,mi rincresce ricordartelo, "maledettamente" laico. La citazione di Carosone è come sempre nel tuo stile deliziosa, spiritosa, profonda.

    Carlo Ruotolo

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