lunedì 18 giugno 2012

Un cartolina dal Paradiso sulla bambina vietnamita


L’incontro con la bambina vietnamita, nella serata milanese del 2 giugno, è stato un momento rivelatore del pontificato di Benedetto. Il Papa professore, il difensore della fede, il valorizzatore della tradizione, ha rivelato il suo volto più intimo. Nella sua autobiografia Joseph aveva svelato il suo modo sereno e familiare di guardare alla vita e alle sue gioie, ma quella sera, proprio perché parlava ad una bambina, ha manifestato chiaramente la tenerezza del suo cuore: il ricordo della sua famiglia è apparso in tutta la sua dolcezza. Il canto tutti insieme col papà, che suonava la chitarra (letteralmente “la cetra”), le passeggiate nei boschi, la bontà di Dio che si rifletteva nel loro reciproco volersi bene. Se si guarda alla vita di un santo si trova  la santità dei genitori. Era davvero un anticipo di paradiso il clima di quella casa in cui il sabato sera il papà leggeva le letture della S. Messa del giorno dopo. La vicinanza a Salisburgo, la città di Mozart, aiutava a vivere una particolare sensibilità musicale e il Papa ricorda il Kyrie cantato come l’inizio di un rapimento soprannaturale. La predilezione del Papa per la musica non è evasione, è preghiera. In quel breve dialogo milanese è apparso il filo unificante della sua vita che nasce al tempo della fanciullezza nell’ambiente familiare e giunge al Paradiso dove ritroverà quello stesso clima di famiglia nel grande amore di Dio. Ecco la teologia di Ratzinger, una teologia viva che nasce dall’amore e tende all’amore.

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