21 novembre 1965 Paolo VI saluta San Josemaría
Io c’ero… E’ una frase che si può
usare solo in riferimento ad imprese epiche. L’Elis è stata ed è un’impresa
epica. C’ero il 21 novembre del 1965 quando Paolo VI, assieme a diversi Padri
Conciliari, venne ad inaugurare ufficialmente il Centro mentre uno splendido
tramonto d’autunno incorniciava la cerimonia. C’ero ancora prima, nell’estate
del ’62 e del ’63 quando si fecero a Napoli riunioni preparatorie di più
settimane per progettare l’attività futura. C’erano quelli che sarebbero stati
i pilastri su cui l’Elis si sarebbe innalzato. Persone che hanno dedicato la
vita a quest’impresa: Joseph Schmitt, Gilberto Balducci, Silvio e Remo
Rigirozzi, Enea de Maria, Carmelo Buttitta, Luciano Iavazzo, Enrico Achiardi,
Mario Romano, Emanuele Siddi, a cui si aggiunsero Suso Gonzalez e Alberto
Vardiero, e altri che oggi sono anziani a cui va la riconoscenza per un lavoro
meraviglioso svolto nel silenzio.
C’ero nella prima notte trascorsa all’Elis nell’estate del ’64 con i
materassi ancora avvolti nel cellofane su cui non era facile dormire a causa
del rumore che accompagnava ogni movimento. L’edificio era stato progettato
dall’ingegner Anton Paolo Savio con una linea e con accorgimenti di vivibilità
che valsero diversi premi al progettista. L’entusiasmo era alle stelle mentre
cominciava un’impresa in un’area che allora era far west: una periferia
disagiata e pericolosa come oggi è difficile immaginare.
Ogni volta che
tornavo all’Elis c’era qualcosa di nuovo. La scuola professionale (disegnatori,
meccanici, elettrotecnici, saldatori), la scuola alberghiera e il centro
sportivo cominciarono subito, poi si aggiunsero, nei nuovi edifici, gli orafi e
gli orologiai. Negli anni ’80 cominciarono per i diplomati corsi sostenuti dalle
aziende, che poi formarono il consorzio Elis: nuove tecnologie, informatica,
tecnica della manutenzione. Poi la consulenza alle aziende con le tesi dei
laureandi; lo start up di nuove imprese, la prima CISCO Networking Academy nata in
Italia… La marcia continua tuttora inarrestabile: ogni volta si assiste a nuove
iniziative fino ai recenti corsi per manager e, fra poco, per imprenditori.
San Josemaría
Escrivá lo aveva predetto: l’Elis sarebbe diventata un’università del lavoro.
Senza perdere la vocazione iniziale di scuola di frontiera, che trasforma in
diligenti operai ragazzi con una storia disagiata alle spalle, si mantiene viva
la tradizione dell’artigianato d’eccellenza degli orafi e orologiai, e si
fornisce una formazione d’avanguardia a diplomati che sono fortemente richiesti
dal mondo del lavoro. Sul mondo del lavoro ora all’Elis si riflette, si studia
per aprire nuove strade e soluzioni che rendano più umana l’attività
professionale.
Chi viene
all’Elis viene attratto da un fascino speciale come se degli alchimisti
avessero trovato una pietra filosofale che rende compatibili fenomeni che quasi
mai vanno insieme: l’allegria, la capacità di ascolto e di stare con gli altri,
l’educazione e la familiarità, la laboriosità e la serenità. Viene voglia di partecipare
a quest’impresa che ha radici cristiane e denominazioni inglesi, com’è il caso
dei cosiddetti “fellows” che non sono altro che persone generose, di elevate
capacità professionali, che dedicano tempo per formare questi giovani.
Nel cuore
dell’Elis c’è la preghiera di San Josemaría che ha forgiato uno spirito
cristiano capace di trasformare il lavoro in preghiera e la vita ordinaria in
occasione d’amore a Dio e agli altri. Il segreto dell’Elis è la preghiera e il
sacrificio di tante persone che hanno saputo sorridere, lavorare, perdonare e
dedicarsi ai propri compiti senza far rumore.
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