Il
dono dello Spirito Santo, che compendia in sé tutti gli altri doni, è la
serenità. Ciò che viene da Dio porta serenità. E’ una verità confortante. La
serenità del cristiano è un dono per chi convive con lui. Una persona serena è
meglio di una efficiente, perché non basta fare cose, occorre farle diffondendo
pace. La serenità non viene dal “pensare positivo” all’americana ma dalla
certezza di essere amati da Dio. I percorsi di Dio non sono quelli mondani: il
successo, il denaro, la sensualità, il chiasso, la popolarità. Dio comunica col
profeta Elia non nel fuoco, nel vento o nel terremoto (1Re 19), ma col soffio
leggero; per venire fra noi sceglie il grembo di un’umile fanciulla, nasce in
una stalla, conduce una vita nascosta, poi fa cose meravigliose spiegandone il
significato a dodici persone non eccezionali, muore soffrendo, abbandonato da
tutti, eccetto sua madre e un adolescente. E’ un Dio silenzioso capace di
confortare chi soffre perché lo precede e l’accompagna. Il credente sa che le
contrarietà hanno un valore che ci sarà svelato al compimento della vita e sa
che non deve inseguire vanità. E’ sereno e porta il buon odore di Gesù anche se
non se ne accorge. Il cristiano non rinuncia ai diritti di cittadino ma non
pone in essi la sua speranza. Sa che è in missione per conto di Dio (“Come il
Padre ha mandato me così io mando voi” Gv 20,21), ma sarà Dio stesso a dargli
l’efficacia apostolica. I santi soffrono, come Gesù, ma sono sereni perché lo
Spirito Santo li sostiene.
Nessun commento:
Posta un commento