La virtù della castità porta alle radici
della fede. L’uomo è stato creato da Dio “a sua immagine”: “maschio e femmina”
li creò (Gn 1,27). Il linguaggio è mitico ma ci trasmette una
verità. Gesù ricorda che l’uomo “si unirà a sua moglie e i due diventeranno una
carne sola”(Mc 10,8). L’unione è per sempre.
La
castità, in particolare quella prematrimoniale, è incomprensibile senza la
fede. Nella creazione l’uomo si distingue dagli animali perché il Signore
plasmò l’uomo con polvere e soffiò nelle sue radici un alito di vita (Gen 2,7):
gli animali sono creature di Dio ma l’uomo è “capace di Dio”. Gesù ristabilisce
in pieno la relazione dell’uomo
con Dio e così l’uomo può vivere seguendo la “via” di Gesù. Se non decido di
percorrere quella via (che prevede anche la castità prematrimoniale), se non ho
capito che la logica di Gesù è diversa da quella mondana e passa per il dono di
sé, per la croce di ogni giorno (che comporta la felicità di ogni giorno), come
posso pretendere che un giovane non si comporti come un animale, mentre la
cultura dominante impone l’idea che noi siamo animali come gli altri?
Conviene
sposarsi presto anche se la società contemporanea mette ostacoli. Soprattutto
conviene imparare a voler bene che è il primo dei comandamenti. Chi insegna
oggi a voler bene? Occorre imparare ad amare. Come sono belli i coniugi
vecchietti che si tengono per mano alla sera di una vita insieme!
La
castità è una questione di fede e di amore, non di ragionamenti moralistici.
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