La manifestazione del 30 gennaio ha già ottenuto un grande
risultato. La mobilitazione delle famiglie da tutte le parti d’Italia non è più
un episodio isolato ma una consuetudine che, dopo il primo Family Day e la
manifestazione del 20 giugno, si può considerare radicata. E’ un fenomeno di
cittadinanza perché riguarda non solo i cattolici ma le famiglie in quanto
cellule vive della società italiana, di qualsiasi credo religioso. Non è una
manifestazione della Chiesa Italiana. E’ bello che i vescovi diano il loro
incoraggiamento e che il Papa ribadisca il valore del matrimonio, ma chi scende
in piazza sono i cittadini italiani che non vogliono una legge dello Stato che
nega ai bambini il diritto a un padre e una madre. Il vero successo è che ora
le famiglie hanno una voce che si sente e che si vede pure. Sbaglia chi dice
che le precedenti manifestazioni siano state un fallimento perché i politici
non hanno ascoltato le loro richieste. La novità è che si sta creando un
movimento d’opinione che va in direzione opposta alle forze disgregatrici della
società. Un movimento laico che non agisce per mandato della gerarchia
cattolica ma per conto proprio com’è giusto che sia. Non è un confronto fra
Stato e Chiesa. E’ la rivendicazione di un popolo che ha sempre trovato nella
famiglia il suo centro e la sua forza. Giù le mani dalla famiglia e soprattutto
giù le mani dai nostri figli che non sono oggetto di sperimentazioni sessuali!
L’ondata disgregatrice ha finalmente trovato una barriera.
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