venerdì 6 aprile 2018

Contestatori

Era il lunedì di Pasqua del 1975 quando incontrai per l'ultima volta San Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei. Fra i tanti ricordi di quella conversazione uno mi è particolarmente presente. Raccontavo al Padre (così lo chiamavamo) come tanti giovani si erano avvicinati decisamente al cristianesimo e alcuni in particolare avevano deciso di dedicare la loro vita a Dio nel celibato. Il Padre ascoltava attentamente e commentò "Cuando el apostolado en una región... - e fece il segno verso il basso - es cuestión de fé, no es cuestión de otras cuestiones". La traduzione è quasi superflua: "Quando l'apostolato in un Paese va giù è un problema di fede non è questione di altro". Ora come non mai occorre aprire orizzonti di fede, di fede praticata, soprattutto ai giovani. Con impegno e decisione, con fede. Nessun adeguamento allo spirito del tempo. Bisogna conoscerlo lo spirito del tempo, che oggi si regge sui pilastri del '68. Bisogna conoscerlo per contestarlo. Si diceva che Dio è morto e noi diciamo che Dio vive nei nostri cuori. Si parlava del libero amore e noi parliamo dell'amore vero, quello per cui si dice "per sempre". Sono stati considerati successi il divorzio, l'aborto, l'eutanasia e noi diciamo che c'è bisogno di eroi che abbiano il coraggio di sposarsi giovani, di volere molti figli, a costo di una vita agitata ma felice. Diciamo che la vita va apprezzata sempre: quando si è vecchi e quando si è malati. Si propagandava il 18 democratico all'università e noi diciamo che c'è bisogno di giovani molto preparati in tutto perché per servire bisogna servire a qualcosa. La bellezza è scomparsa nell'arte e noi diciamo che la bellezza è una caratteristica di Dio e per questo salverà il mondo. Il modello era essere brutti, sporchi e cattivi (come recitava il titolo di un film di quei tempi) e noi diciamo che dobbiamo cercare di essere belli, puliti e buoni, ma non scemi. La fantasia doveva andare al potere e noi diciamo che è la competenza che deve andare al potere unita al desiderio del bene comune. Bisognava mettere "i fiori nei cannoni" ma questo non ha diminuito le stragi. Occorre saper fare una politica illuminata per evitare le guerre sempre folli e atroci. C'erano i contestatori, oggi siamo noi a contestare la loro cultura di morte. Sappiamo di essere poca cosa ma contiamo sull'aiuto di Dio. E allora canteremo "We shall overcome”.

Nessun commento:

Posta un commento