Fra qualche giorno sarà Capodanno e a Napoli avverrà l’abituale esplosione di gioia collettiva che si manifesta in una festa di luci e di botti. L’occhio moralista e puritano si affretterà a cercare nei giornali del giorno dopo il numero dei feriti a causa dei festeggiamenti. Normalmente questo numero è di molto, molto inferiore a quello dello sballo del sabato sera o degli ordinari incidenti stradali. Il motivo è che a Napoli si spara in famiglia. I bambini prendono parte alla festa, si entusiasmano per i fuochi che vedono, e accendono le “stelline”, quei minuscoli fuochi d’artificio che producono stelle attorno a un’asticella di fil di ferro. I grandi vegliano su di loro.
La festa è stata sempre, in ogni cultura, la sospensione dell’attività ordinaria per un motivo religioso. E’ il momento in cui ci si confronta con la divinità e in modo conviviale si riflette con gioia sul senso ultimo della vita. Chi vive nella festa un momento di godimento egoistico non sta festeggiando realmente, come provano certi veglioni anonimi che sembrano più tristi che allegri. Manca qualcosa. Nel Capodanno napoletano la famiglia è unita ed è unita la città. Tutti partecipano ad un evento corale. Sembra che nessuno sia assente alla festa, anche i poveracci e gli inguaiati partecipano. E’ un momento in cui tutti sono uguali e fratelli. Una città umiliata dalla storia si ritrova ricca di umanità, capace di rincominciare la fatica di vivere. E’ un evento che va guardato con comprensione e ammirazione.
Grande Pippo! Sono pienamente d'accordo. E' vero che i fuochi sono pericolosi (anche quelli legali - nota bene) e vanno usati con molta prudenza, soprattutto se ci sono bambini nelle vicinanze, ma è anche vero che è un tradizionale modo di far festa ed un gioco liberatorio. L'importante è che i più grandi trasmettano l'attenzione che va posta nel maneggiarli e vigilino, oserei dire in particolar modo, sugli adolescenti oltre che sui bambini piccoli, ma soprattutto che trasmettano l'idea che il fine d'anno deve essere un festeggiamento e non un sfogo incontrollato. Tanti auguri a tutti di... buona fine e buon principio, come si dice nella città più bella del mondo.
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