Gratias
tibi Deus, gratias tibi! Parole in latino che non hanno bisogno di traduzione.
Grazie Signore per questo Papa. Quando fu eletto misi sulla mia scrivania la
foto del piccolo Joseph con lo zainetto: non è solo un ricordo simpatico, è la
foto della sua anima. Si riconosce uno sguardo buono e intelligente, affettuoso e curioso: così è stato per
tutta la vita. Le sue affollate lezioni di teologia all’università diventavano
momenti di preghiera: tanta era la partecipazione al mistero di Gesù. Questo
Papa forse è l’unico caso nella storia in cui il protagonista verrà ricordato
“anche” come pontefice. Come il suo teologo preferito Agostino, che è ricordato
“anche” come vescovo. Ratzinger ha parlato di Dio all’uomo d’oggi nella maniera
giusta. Nessuno come lui è al corrente di quanta avversione al cristianesimo ci
sia nella cultura dominante contemporanea. A questa avversione ha risposto
pacatamente con la fiducia di chi sa che un grammo di verità pesa più di una
tonnellata di chiacchiere. Il suo libro più famoso “Introduzione al
Cristianesimo” fu scritto per rispondere alla ventata marxista che, dopo il
’68, rischiava di contaminare anche la teologia. Non tutto è politica, la
Chiesa è stata fondata da Gesù non
per alzata di mano di un’assemblea. I contenuti della fede furono spiegati con
chiarezza e fascino, come nei due libri su Gesù e con le recenti encicliche.
Grazie Santo Padre per i suoi 85 anni vissuti così bene e per i 7 anni di
pontificato che ci hanno illuminato.
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