Gesù
dà senso alla vita e dà senso alla morte. Sono terminate da pochi giorni le
ricorrenze pasquali dense di situazioni drammatiche che ci hanno fatto
riflettere. La sequenza della sofferenza, morte e risurrezione di Gesù
sintetizza la nostra esistenza. Mia madre aveva un temperamento gioioso ma
negli ultimi giorni di vita soffrì molto. La sua pelle era diventata fragile e
i suoi piedi presentavano due rivoli di sangue che ricordavano i piedi di Gesù
crocifisso. Mi apparve chiaro in quel momento che tutti, prima o poi, siamo
destinati a salire sul Calvario. Solo i santi sanno amare la croce. “Non
trascinare la croce…Portala ben dritta” diceva san Josemaría Escrivá: “Ama la
croce!”, nella convinzione che sarà Gesù ad aiutarmi a portarla e che
incontrerò Maria nel mio percorso. Questo coraggio presuppone la fede vera. La
sofferenza e la morte sono la pietra di paragone della mia fede. Chiedo questa
fede al Signore perché so che così sarò continuamente allegro, senza paura
della vita e senza paura della morte. Andare con gioia incontro alla croce mi
aiuterà non solo ad affrontare la sofferenza e la morte ma a trasformare la mia
vita in un servizio gioioso. Gesù non è morto soltanto il venerdì santo, ha
dato la sua vita sempre. Il suo amore si è espresso in un continuo servizio.
Fare della mia vita professionale, familiare, sociale un servizio significa
compiere in me “quanto manca al sacrificio di Cristo” come spiega San Paolo.
Senza paura della vita, senza paura della morte.
Grazie, Pippo! Santa Pasqua (giacché dura fino al cinquantesimo giorno)! Domenico
RispondiEliminaCredo... se posso... che al sacrificio di Cristo non manchi nulla perchè il suo è stato sacrificio perfetto. Penso che il nostro compito diciamo "del sacrificio" sia quello di rendere testimonianza con la nostra vita. Il rapporto con le difficoltà della mia vita, con i miei dolori e spesso anche con i miei assurdi parla a me e parla agli altri e salta subito davanti agli occhi chi queste cose le vive con Gesù e chi le vive senza Gesù.Ed hai ragione quando parli di gioia,non perchè siamo masochisti o perchè ce piace tanto soffrì, ma perchè abbiamo incontrato Qualcuno che ci ha amato in maniera esagerata. Ci ha amato da ciechi, da storpi, da paralitici, sa morti in decomposizione. Lui lì accanto al nostro cadavere perchè ci ama.. La resurrezione. E' nel sepolcro vuoto che trovo la gioia.
RispondiEliminaPrima si riceve la resurrezione poi si può entrare nella Passione con gioia, Solo se ricevi Cristo risorto puoi salire in croce così :-)
Hai ragione, condivido tutto quanto dici. Anche perché siamo bambini ed è Lui che fa tutto e Maria ce dà una mano (vedo che te piace er romanesco).
RispondiEliminaQuanto manca al sacrificio di Cristo è una frase di San Paolo che riferisce a se stesso. Ognuno completa in se' quanto manca nel senso che dà un piccolo contributo che compensa la sua incapacità di ricevere bene la grazia di Dio.Hai ragione che il sacrificio di Cristo è più che sufficiente. Un caro saluto Pippo