“Il
demonio fabbrica le pentole ma non i coperchi” dice il detto di saggezza
popolare che si attaglia particolarmente all’aggressione al Santo Padre che è
in atto. Non solo è stata scoperta un’attività di spionaggio ai danni del Papa
ma si è resa evidente la strategia di voler presentare (con libri, articoli e
trasmissioni tv) la Santa Sede come un ricettacolo di guerre intestine e di
affari dolosi allo scopo di scuotere il prestigio mondiale della Chiesa
Cattolica. Così si spiega anche la virulenza degli attacchi ai cattolici, in
Italia e all’estero. La verità è che la Chiesa dà fastidio per il semplice
fatto di esistere, oggi come ai tempi dell’Impero Romano. La Chiesa non fa
politica ma non consente il culto del potere. E il potere si vendica. Chi non ricorda
la mano alzata di Giovanni Paolo II mentre grida “No alla guerra!”. Poi la
guerra in Iraq c’è stata e sappiamo quanto è costata in termini di vite e
sofferenze umane. Ma, più in generale, la Chiesa Cattolica dà fastidio perché
non è strumentalizzabile dal potente di turno, perché per il potere è “altro da
sé”. Ecco allora che la si combatte con l’arma di oggi, che è la diffamazione
attraverso i mezzi di comunicazione. Il demonio non impara mai che la
persecuzione rafforza la Chiesa, la rende più unita. Ciò che dobbiamo fare è
stare accanto al Santo Padre, pregare per lui: l’occasione della prossima
giornata delle famiglie è quella buona per far sentire al mondo che i cattolici
sono un cuore solo e un’anima sola (Atti 4, 32).
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