La crisi finanziaria
ed economica è l'ultimo anello di una crisi più generale che nasce dalla
cancellazione dell'idea di Dio. Può sembrare un'affermazione stravagante ma,
per uscirne, occorre mettere Dio al centro della nostra vita personale e
sociale. Si tranquillizzino coloro che tirano in ballo a sproposito i tribunali
dell'inquisizione. Non si tratta d'imporre un credo, basta riconoscere che
siamo creature davanti a un creatore.
Per chi crede in Gesù
basta ricordare il comportamento dei primi cristiani. Erano disposti a mettere
i loro beni a disposizione degli apostoli. Aquila e Priscilla, marito e moglie,
incontrano un intellettuale ben disposto, Apollo, e lo formano così bene che
diventerà un punto di riferimento nella Chiesa. Non lo mandano dal prete o dal
teologo perché loro stessi erano in grado di formarlo. Pietro viene messo in
carcere, la comunità prega e avviene il miracolo: le porte si aprono e Pietro è
libero.
Cristiani di questa
temperatura spirituale sono capaci di trasformare il mondo intero, come è
avvenuto. Gli stessi avversatori della fede in occidente si muovono all'interno
di coordinate culturali cristiane. La medicina per la crisi sono i cristiani
che hanno fede, speranza e carità. Ora sono i laici stessi che chiedono a
vescovi e pastori di essere più esigenti. L'efficacia dei movimenti sta nel
dare la speranza, nel formare alla fede e nel vivere una reale carità con il
prossimo. Il problema non è che i cristiani sono tiepidi, è che gli si
chiede poco.
Grande !
RispondiEliminaCi si prova ad essere buoni cristiani, carissimo Pippo! E tu sei un grande esempio. Ciao, Giulio Base.
RispondiElimina