Mi fa riflettere il contatto
con la natura. La consuetudine della vita in città – me ne accorgo ancora una
volta - restringe la mia visuale. Oggi è in corso una tempesta con onde grigie
così grosse e furiose da far sembrare minuscola una “cala” che sembra maestosa
quando il tempo è bello. Solo l’altro ieri in canoa costeggiavo le rocce del
golfo di Castellammare in Sicilia. Le pareti bianche, punteggiate di fichi
d’India, svettavano sul cielo blu e proseguivano nel fondale fino a perdersi
nell’altro blu del mare. Alghe che
sembrano una moquette viola sulla roccia affiorante, ogni tanto un pomodoro di
mare rosso luccicante e un’efflorescenza arancione subacquea di cui non conosco
l’origine. E’ uno spettacolo che non stanca, come guardare il fuoco. C’è tanta
vita e tanta bellezza, abitualmente nascosta per me, e mi viene da dire al
Signore col salmo 8: « che cosa è l'uomo perché te ne ricordi?». Parlo in
serata con un amico astrofisico e mi dice che il sole brucia, da miliardi di
anni, 7 tonnellate di idrogeno al secondo, che le stelle che vediamo fanno
parte della nostra galassia mentre esistono altri mille miliardi di galassie; e
siamo solo al 4% di conoscenza dell’universo. Eppure tutto questo è sabbia
rispetto all’amore di Dio che sale sulla croce anche per me. Dio mi ha fatto
capace di pensare l’universo e mi ha dato un cuore capace di amare. Il Dio
creatore ha soffiato sul mio fango e Gesù mi ha insegnato la logica del
servizio abnegato. Grazie o mio Dio e abbi pietà di me.
leggere queste tue riflessioni mentre imperversa la bufera del quotidiano mi aiuta a rialzare lo sguardo e riprendere la quota di serenità e di pace interiore. grazie
RispondiEliminagiorgio