Un
nuovo anno non è diverso dal precedente ma le festività natalizie forse hanno
giovato al mio esame di coscienza. Il Dio che prende l’iniziativa mi ha colpito
particolarmente quest’anno e mi sono chiesto se rispondo adeguatamente a
quest’irruzione di Dio nella storia. Qual è l’atteggiamento che Gesù mi chiede?
Da una parte mi dice di non preoccuparmi troppo perché Dio provvede al cibo e
al vestito (vedi gli uccelli nel cielo e i gigli nel campo) d’altra parte mi
chiede di far fruttare i talenti.
Mi devo abbandonare alla Sua volontà ed essere nello stesso tempo
dinamico al Suo servizio. Io sono stato educato all’efficienza, ma è quella che
Dio vuole? La cultura del self-made man, dell’uomo che si fa da sé, ha radici evangeliche? Non direi. Gesù loda
apertamente soltanto coloro che hanno fede, fiducia in Dio. Il centurione che
si affida a Lui, la donna che gli tocca il mantello… Nello stesso tempo mi
chiede di essere astuto e mi fa l’esempio del mercante di perle che sa il fatto
suo. E allora? La soluzione c’è ed è vedere la realtà con gli occhi di Dio.
Maria si abbandona alla volontà di Dio ma non resta ferma, sa correre dalla
cugina Elisabetta. Io devo credere che Dio è il Signore della Storia e della
mia storia: contano i Suoi piani e non i miei. Non devo costruire me stesso ma
negoziare i talenti per Lui. Per Lui che nasce senza rumore e giace in una
mangiatoia, che viene a servire e non ad essere servito. Fede e servizio:
questo per me è l’atteggiamento giusto nel nuovo anno.
Nessun commento:
Posta un commento