Ieri,
secondo una consuetudine che ho appreso da San Josemaría, sono stato a recitare
il Rosario con uno studente nel parco delle catacombe di San Callisto, di
fronte alla Chiesa del Quo Vadis a Roma. I rumori della città scompaiono
entrando nel parco; il viale è circondato da prati con i colori della
primavera, ed è accompagnato per un tratto da cipressi, mentre più in là costeggia
un uliveto che riluce al sole. Maggio è il momento opportuno per pregare la
Madonna e affidarle i prossimi tempi. Abbiamo riso pensando a come dovrebbe
essere la sua futura moglie. Nell’ordine: allegra, cattolica, affettuosa. Lo
studente, un tipo brillante reduce da un corso di ritiro (esercizi spirituali),
sta vivendo, a suo dire, il periodo più felice della vita. E’ incredibile
quanto fa bene ritirarsi alcuni giorni in preghiera. Diventa evidente che la
creatura è fatta per il creatore, mentre tutto intorno sembra spingerci al
contrario: allo stordimento e all’autosufficienza. Il futuro sarà di chi sa
amare, di chi farà nascere figli dal proprio amore. Chi si identifica con
Cristo sembra sempre in minoranza ma quella minoranza è il lievito, come diceva
Gesù. Il ragazzo confidava che era innamorato della Madonna e trovava
bellissima una sua statua situata nel parco. A dir la verità a me sembrava una
statua un po’ ordinaria ma mi ha fatto piacere che gli sembrasse bellissima.
Aveva ragione, abbiamo una Madre che è bellissima sempre. Maggio è il suo mese:
tornerò in quel luogo a dire il rosario.
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