Alla
viglia del Meeting di Rimini è lecito alzare lo sguardo e chiedersi: chi
salverà lOccidente? Quest’Occidente che sembra volersi suicidare con una
cultura di morte? Una risposta (specialmente in coincidenza col viaggio del
Papa in Corea) potrebbe essere: l’Oriente. Quei cristiani d’Oriente (Corea,
Filippine, Cina…) immuni dal virus dell’anticlericalismo. Probabilmente sarà
anche così ma non possiamo delegare le nostre responsabilità. L’Occidente sarà
salvato da quel residuo di cristiani che hanno fede e, malgrado tutto, i
cattolici italiani avranno un ruolo fondamentale. Quali sono le qualità che la
Provvidenza sembra richiedere ai cattolici italiani? Il Meeting risponde a
questa domanda in modo esemplare anche per coloro che non sono esplicitamente
allievi di don Giussani.
Salveranno
l’Occidente e il mondo intero persone che sapranno essere del mondo senza
essere mondani. Persone che sanno “di dover diminuire perché Lui cresca in
noi”, per dirla con S. Giovanni Battista e tutti i santi a seguire. I percorsi
però di questa fede sono nuovi rispetto ai secoli passati: non la fuga dal
mondo ma prendersi il mondo con la propria vita limpida. Prima di tutto il
matrimonio: i cristiani di domani saranno i figli degli odierni matrimoni
cristiani forti davanti alle avversità. E poi la capacità di riformare la
società secondo i criteri indicati dal Papa: una società imperniata sulla
persona e sul lavoro e non soltanto sul profitto. Far questo è un problema di
fede non di altra natura.
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