Quando ero bambino tutto ciò
che era americano era buono. Un asciugamani, un utensile, un’automobile, un
frigorifero, i film, i jeans, il boogie woogie, tanto che Renzo Arbore ha
composto una canzone: “Perché nun ce ne jamm’in America?”, in cui decanta gli
hot dogs, gli sceriffi e i juke-box. Da ragazzo ho appreso che c’è stato un
piano Marshall che ha aiutato l’Italia a rialzarsi e che le elezioni del
’48 (che salvarono l’Italia
dall’egemonia sovietica) furono merito di una mobilitazione generale ma furono
anche “benedette” dalla potenza americana. Avevo sei anni allora e ricordo
ancora l’immagine spaventosa di Stalin con la minaccia: “Ha da venì baffone…”.
Da una parte c’era l’impero del bene, dall’altra quello del male. L’Occidente
amico e rassicurante cominciò a cambiar volto con l’uccisione di Kennedy e poi
nel ’68 con mode e modelli inquietanti: la fantasia al potere, i figli dei
fiori, droga, liberazione sessuale, divorzio, aborto come conquista,
esaltazione dell’omosessualità, eutanasia, utero in affitto e via profetando.
Il tutto presentato come una marcia verso la felicità, mentre in realtà ci sono
solo deserto e carcasse di morti. I cosacchi non hanno abbeverato i cavalli
nelle fontane di Piazza San Pietro, la Russia è stata più volte consacrata alla
Madonna dai Pontefici, e il presidente russo ha portato a Papa Francesco
un’icona di Maria, baciandola lui per primo. Qualcosa è cambiato e chi ha fede
non può ignorare tutto ciò. La Vergine ci guidi e indichi le strade giuste.
Sogno un mondo in cui oriente e occidente, riconoscendo il vero Bene, camminano insieme, ciascuno a suo modo, ma tutti verso la medesima direzione
RispondiEliminaPer realizzare questo sogno, che auspichiamo, occorrerebbe un Leader capace.
RispondiEliminaPapa Francesco sarebbe in grado di farlo...