Mi
ha sempre colpito l’inerzia degli Apostoli che non furono capaci di predicare
Gesù Cristo se non dopo la venuta dello Spirito Santo. Avevano toccato Gesù
risorto eppure non avevano ancora la forza di lanciarsi ad annunciare il
Vangelo. I cattolici oggi dovrebbero meditare questa pagina degli Atti degli
Apostoli (2,4). Chi ha fede deve partire dalla frase di Gesù: “Senza di me non
potete fare nulla” (Gv 15,1). Qui nasce la differenza fra il cristiano devoto e
il santo. Il santo, l’uomo di Dio, sa di essere, come direbbe Edoardo, “la
schifezza, della schifezza, della schifezza ‘e ll’uomene (degli uomini)”. Non è
un linguaggio paradossale. Santa Caterina così si esprimeva nei confronti di
chi si fida solo del proprio criterio. Se si perde la coscienza del bisogno che
la creatura ha del Creatore si diventa ridicoli: meritevoli del ‘pernacchio’ che
ridimensionò il nobil’uomo dell’Oro di Napoli. Se non vivo di fede, diffidando
del mio criterio, corro il rischio di restare soltanto un benpensante.
Benpensanti erano quelli che hanno mandato Gesù sulla croce.
Papa Francesco si esprime con linguaggio semplice. Se
dice che darebbe un pugno a chi offende sua madre e che l’Humanae Vitae non
prescrive di partorire figli come conigli, sta dicendo che la libertà
d’espressione va temperata con la prudenza e che la paternità dev’essere
responsabile. Per interpretare le sue parole è sbagliato fare i moralisti. Devo
essere un uomo di fede, non un benpensante che collabora con i “gentili” contro
Gesù.
Ho appena comprato il suo libro "Cartoline dal Paradiso" e me lo sto gustando. Grazie per la speranza che infonde e per saper vedere il lato buono delle persone, degli eventi e delle cose.
RispondiEliminaSono stanca di musi lunghi, di persone tristi, di cristiani che hanno dimenticato che Dio ha tutto sotto controllo ed anche le cose più terribili che accadono hanno un significato nel progetto che ha su di noi, suoi figli. Ciò che conta è........la vita eterna .
Grazie Pippo.
Lucia Pracilio