“Il
mio regno non è di questo mondo” ha detto Gesù e ha aggiunto “Il Regno di Dio è
dentro di Voi”. Ci ha insegnato il Padre Nostro in cui diciamo “venga il tuo
Regno”. Questo regno interiore di Dio produce frutti tangibili affinché gli
uomini “vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei
cieli” (Mt 5,16). La fede si manifesta in “opere buone”.
Proviamo
a sognare come sarebbero i cattolici se avessero fede. E’ necessario sognare
perché i grandi desideri aprono strade. I Papi di questi anni sono eccezionali,
al di là dei sogni migliori. Possiamo sognare i nostri vescovi più pastori,
alla maniera di Sant’Ambrogio e Sant’Agostino che credevano nella preghiera e
facevano pregare a lungo il popolo davanti alle difficoltà; nello stesso tempo
sapevano tener testa all’autorità civile e alle eresie serpeggianti.
I
sacerdoti potrebbero formare meglio i comuni cristiani tirandoli fuori dalla
tiepidezza e portandoli da una parte ad una fede vibrante (farne dei
contemplativi, uomini di sacramenti e preghiera) e d’altra parte, capaci di
santificare il lavoro e il matrimonio, influenzando senza timidezze la società
civile, con coraggio, come hanno fatto i difensori della famiglia pochi giorni
fa a Milano. Ci vogliono entrambi: sia un rapporto intenso con Dio che la
capacità di essere mariti, lavoratori, operatori nel sociale esemplari. Basta
con la mediocrità. Preghiamo il Padrone della messe. Vogliamo tutto. Ogni
cristiano col proprio stile ma che appicchi il fuoco.
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