Non
è giusta la litigiosità all’interno dell’ambiente cattolico perché è in
contraddizione con il messaggio di Gesù che ha pregato perché tutti siano uno
come Egli nel Padre e il Padre in Lui, e ha indicato nella misericordia ciò che
ci fa simili al Padre, addirittura “perfetti” (Mt,5). Queste motivazioni non
sono applicabili all’aperta critica che i cristiani hanno il dovere di
esercitare verso la cultura dominante sentimental-pagana. Si dice giustamente
che non bisogna “alzare la voce”, che bisogna essere convincenti verso chi non
crede, e non solo per chi già crede: il che è vero quando si discorre sul piano
culturale. Ma quando si è sul piano politico, di formulazioni di leggi che
hanno incidenza sui costumi di vita, il discorso cambia. Se i cattolici restano
zitti e cortesi la società diventerà selvaggia più della giungla più nera.
Quanti cattolici hanno votato a favore del divorzio perché non si può imporre
l’indissolubilità a tutti? Una delicatezza fuori luogo che ha portato ad una
svalutazione del matrimonio e ha aperto la strada all’aborto e al resto. Ora
c’è chi vuole imporre ai minori teorie “gender” fin dalle scuole primarie. I
genitori, cristiani o no, devono protestare perché a loro compete questo
aspetto formativo. In materia di educazione, di vita, di famiglia, di libertà
di religione occorre reagire politicamente perché non siamo in un salotto ma
stiamo determinando le condizioni di vita dei nostri figli. Occorre pregare,
parlar chiaro e agire con efficacia.
Concordo pienamente.
RispondiEliminaLucia Pracilio
Questo significa parlare chiaro, senza mezzi termini e senza qualcuno che interpretare quello che si voleva dire, come invece succede in altre parti
RispondiEliminaTommaso