“Quando
amerai davvero la Volontà di Dio, non mancherai di vedere, anche nei momenti di
maggiore trepidazione, che il Padre nostro celeste è sempre vicino, molto
vicino, al tuo fianco, con il suo Amore eterno, con la sua tenerezza infinita”
(Forgia n. 240). Così scriveva San Josemaría Escrivá che è andato al Cielo 40
anni fa (26 giugno). L’Opus Dei da lui fondata è l’estensione spirituale della
sua famiglia naturale. Per chi si avvicina al suo spirito i genitori di
Josemaría sono i “nonni” e sua sorella “zia Carmen”. Non è solo un segno
d’affetto, è un ricordare che la Chiesa stessa è famiglia: Gesù vive in una
dimensione familiare, prima con Maria e Giuseppe, poi con i dodici apostoli, ed
è in una cena di famiglia che istituisce l’Eucarestia. La Trinità è costituita
da un Padre e un Figlio uniti dall’Amore. E’ la famiglia, più che il convento o
altro, la cifra della Chiesa. E’ una dimensione normale, laicale, che aiuta ad
intendere come si possa vivere molto uniti e nello stesso tempo liberi. Ognuno
nell’Opus Dei può fare le scelte politiche, professionali, sociali che vuole,
come in una famiglia in cui c’è quello di sinistra, di destra o di centro. Ma
si è uniti lo stesso. Il denominatore comune per i cristiani è la forte fiducia
nel Padre celeste, mentre il numeratore può essere diversissimo. Fermo restando
che in materia di vita, di matrimonio e di educazione dei figli occorre
impegnarsi senza riserve: un’eredità di unità affettuosa, di naturale diversità
e d’impegno comune.
Bellissimo!!l amore unisce sempre anche nella diversita di vedute
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