Mi
ha sempre divertito la frase di Nietzsche rivolta ai cristiani: “Crederò nel
Salvatore quando vi vedrò con la faccia dei salvati”. Mi piace perché mette il
dito nella piaga. Io stimo Gesù ma lo voglio rendere compatibile con i miei
piccoli interessi. Non avrò mai la faccia del salvato se non imparo da Gesù a
vivere d’amore, il che è possibile solo col Suo aiuto. I santi hanno avuto la
faccia dei salvati: gente che era irresistibilmente attraente perché Gesù è
venuto a ristabilire il giusto rapporto con Dio e con il prossimo, con l’obbedienza e la carità. Questa è la
salvezza.
Abbiamo
spesso inteso la sequela autentica di Gesù come un cambiamento di stato di
vita: farsi prete, suora, frate o monaco. Scelte meravigliose con cui la
Provvidenza ha fatto giungere la fede fino a noi. Ma si può anche vivere
d’amore senza cambiare stato. Chi ha la vocazione matrimoniale e si sente
chiamato a vivere in questo mondo non è una mezza cartuccia. Può essere santo,
un uomo di Dio. Allora sì i cristiani avranno la faccia dei salvati. Vivranno
d’eucarestia e sapranno esprimere nel mondo del lavoro e della famiglia le
virtù di cui il nostro mondo ha ardente bisogno. Impegnati nel proprio mestiere
con cuore mite e umile, capaci di amare il coniuge fino alla morte. Gesù in
croce è il vero albero della vita da cui scorre il Sangue che può diventare il
mio sangue, malgrado le mie resistenze. Allora la Croce diventa il vero asse
del mondo portando nel volto dei cristiani la vera immagine dei salvati.
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