E’
passata da poco la festa dell’Immacolata Concezione e, come capita quando
festeggio una persona che mi è cara, mi sembra di non averla festeggiata
abbastanza. Mi è sempre piaciuto pensare che l’assenza del peccato originale in
Maria la rendesse completamente donna come Dio l’aveva immaginata. Non mi aiuta
considerarla una creatura irraggiungibile, mi piace vedere in lei le
caratteristiche della vera femminilità. Eva fu creata da e per Adamo e Adamo
trovò in lei un motivo di gioia profonda, tanto da prorompere in un inno di
ringraziamento. Genesi 2,25 aggiunge: “Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua
moglie, e non provavano vergogna”. Questa assenza di vergogna suggerisce la
perfetta comunicazione dei loro cuori. La prima conseguenza del peccato sarà invece
il desiderio di coprirsi. Incomincia la difficoltà di comunicazione fra uomo e
donna, che sembra insormontabile malgrado l’aspirazione di entrambi ad una
comunione perfetta. Maria, nell’essere perfetta donna, è capace di completa
comprensione nei riguardi di ogni essere umano, anche il più degradato. Per
questo mi commuove la festa dell’Immacolata perché è la festa della Donna che
davvero mi comprende. Quella Donna a cui rivolgo lo sguardo di un amore che non
conosce noia. Come Adamo ha fatto festa quando ha visto Eva, a maggior ragione
mi va di festeggiare la Madre e l’Amica a cui posso dire tutto, che sempre mi
comprende e m’insegna ad amare senza misura. Mi dà il giusto criterio e mi porta per mano a imitare Gesù.
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