Ho appena terminato la lettura, tutta d'un fiato, del libro di un giovane neurochirurgo americano (Paul Kalanithi) che descrive la sua vita come malato di tumore fino agli ultimi momenti. Il libro si intitola "Quando il respiro si fa aria"(ed. Mondadori), è stato un bestseller in America e credo che lo sarà anche in Italia. La narrazione è essenziale e sincera, compresi gli attriti con la moglie Lucy prima del manifestarsi della malattia. Poi la splendia unione matrimoniale che porta alla nascita di una bambina durante gli alti e bassi della malattia. E' suggestivo il capovolgimento di prospettiva con cui la malattia viene seguita: prima il medico con le sue sicurezze e statistiche, poi il paziente a tu per tu con la propria vita. Un'evoluzione su cui i medici trovano di che meditare. La dichiarazione di fede in Gesù appare discretamente fra le righe quasi sorridendo e accennando di sfuggita all'atteggiamento di chi crede di essere solo il frutto del caso: un atteggiamento superato già prima della malattia. Paul e la moglie amano i buoni libri: nell'epilogo finale Lucy cita opportunamente C.S. Lewis: "La perdita della persona amata non è il troncamento dell'amore coniugale bensì una delle sue fasi normali, come la luna di miele. Quello che vogliamo è vivere bene e fedelmente il matrimonio anche in questa fase".
Un libro che è bene leggere per vivere meglio e capire chi soffre.
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