I cristiani sanno che Dio è
amore e sono chiamati a essere dei maestri dell'arte di voler bene. E' un'arte
non facile, che non si finisce mai d'acquisire. Il buon umore ne è uno degli
aspetti principali. La sua vera radice è l'identificazione con Gesù, che il
Signore ci dona se alimentiamo il nostro animo con la lettura continua del
Vangelo e di libri spirituali, con la confessione e la comunione, con la recita
affettuosa del santo rosario e con la guida di un buon padre spirituale. Gesù
non è solo la via (la guida) e la verità, è anche la vita e i santi ci
meravigliano per la loro vitalità malgrado le prove che devono affrontare.
L'identificazione con Gesù porta con sè un'allegria inarrestabile che
accompagna il dono totale di sè. D'altro canto non possiamo pretendere da noi
un'attività inarrestabile. Gesù stesso dice "non affannatevi" (Mt
6,25). Quel minimo di riposo e di distensione ci vuole, semmai con attività
intelligenti che distraggano e ci rallegrino.
"E' importante che una mamma canti"
disse un pedagogista. Le persone intorno a noi le vorremmo virtuose sì, ma
anche allegre. I bambini amati dai genitori sorridono molto e noi siamo bambini
davanti a Dio. Sappiamo di essere amati. Il buon umore è una virtù già di per
sè. Se manca, probabilmente c'è una barriera fra Dio e me. Allora conviene
mettermi alla presenza di Dio e dirgli "Signore perché mi sento
triste?". E scopro i lacci dell'amor proprio, prima fonte di ogni
tristezza, e imparo a non prendermi troppo sul serio.
Siate lieti e sempre. Accettare con gioi quanto il Padre permetta che accada lungo il nostro cammino anche a seguito delle nostre scelte. Tutto nella gioia e nell'abbandono sereno. Il "se non ritornerete coma bambini non entrerete nel mio regno" sia per tutti noi un punto di riferimento in ogni situazione. Specie nel non disperdere tempo nel lamentio e nella critica maldicente verso i fratelli. Grazie Pippo un contributo di eccellente valore.
RispondiElimina