Il desiderio spirituale di un buon cristiano è quello di mantenere la presenza di Gesù nel proprio cuore lungo la giornata. Ciò non ostante mi capita di pensare totalmente ad altro e di ritrovarmi a chiedermi come ho fatto a dimenticare Gesù per un bel po’ di tempo. Mi conforta aver sentito dire a san Josemaría che più volte al giorno riviveva la parabola del figliol prodigo. Un ragazzo presente gli chiese: “Padre come è possibile? Il figliol prodigo si allontana e torna dopo un certo tempo”. E il Padre confermò che gli capitava proprio questo. Noi ci meravigliammo perché era evidente la presenza continua di Dio nei pensieri e nelle azioni di San Josemaría, ma l’episodio ci confortò perché a noi capitava e capita la stessa cosa. Fra parentesi, il ragazzo che gli fece la domanda ora è un sacerdote: don Diego.
Come mi è stato consigliato, si possono prendere accorgimenti per risvegliare il ricordo: mantenere un piccolo crocifisso sul tavolo o altro del genere. Il Papa ha dedicato a San Giuseppe quest’anno e un amico mi ha chiesto: “perché non scrivi una preghiera a San Giuseppe breve come l’Ave Maria? Le preghiere per San Giuseppe sono un po’ lunghe e anche un troppo lamentose”. Ho scritto per me e per il mio amico questa preghiera:
Ave Giuseppe che hai protetto la vita di Gesù,
col tuo lavoro lo hai sostenuto e col tuo esempio lo hai educato
chiedi per noi la grazia di vivere seguendo la volontà di Dio.
San Giuseppe, padre mio,
aiutami a morire come te, in compagnia di Gesù e di Maria
La mantengo scritta sullo schermo del computer. Al mattino e più volte al giorno la rileggo e così faccio un po’ meno il figliol prodigo.
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