Quando faccio la Comunione penso che il fine dell’Incarnazione di Gesù è proprio questo: venire dentro di me, trasformare questo piccolo essere sbandato in un figlio di Dio. L’accorato discorso di Cristo durante l’ultima cena è mirato a questo: farmi capire che il fine della vita di Gesù era farmi diventare amico suo e amico degli altri. Gesù trasforma l’umanità in una grande famiglia di persone che amano Lui e si vogliono bene tra loro. Alle volte penso che troppa teologia possa distrarre. Il punto centrale è questo: Gesù viene dentro di me, stabilisce un rapporto con me e rende gli altri miei fratelli a cui voglio bene.
Il Sacrificio della Croce è una realtà e anche una pista: mi insegna come si ama. Ma chi mi dà la forza di amare? Gesù dentro di me. Perciò lo Spirito Santo che Gesù promette non è una consolazione da poco. E’ la grande forza che trasforma il mondo. La storia non è quella che si studia a scuola, fatta di guerre, di trattati, di costituzioni. Quella è una storia. La storia è guidata dalla Provvidenza e non ci vuol molto a notare come l’Incarnazione di Gesù abbia contribuito a un nuovo tipo di civiltà, con le sue ombre ma con un connotato nuovo dovuto al primo comandamento dell’amore.
Non sta a noi conoscere i criteri della Provvidenza ma sta a me comprendere il tesoro della Santa Messa, comunicarmi col Corpo e Sangue di Gesù, diffondere la pratica della confessione e comunione e, nella misura delle mie possibilità, dare l’esempio di un uomo che sa volere bene.
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