Col passare del tempo mi sono reso conto sempre meglio che è la Provvidenza che guida i nostri passi. Siamo nella civiltà del progetto: sembra che tutto dipenda da come disegniamo il futuro e invece a un certo punto si capisce che è Dio che determina gli avvenimenti: ciò che accade fuori e dentro di noi. Il libro di Giusi Sorci “Colazione con Dio” (Ed. Ares) è un mosaico di racconti particolari della vita dell’autrice che forma il grande quadro di un’esistenza vissuta con una sensibilità deliziosa e guidata da una Provvidenza che non sempre rivela subito il finale. Dio non solo sta a colazione con l’autrice ma balla con lei e la conduce con la leggerezza della brava ballerina o con la docilità di chi sta imparando a nuotare: alla fine qualcosa si chiarisce. Sto leggendo il libro per la seconda volta e lo sto gustando più di prima perché non ho fretta. Ho capito che, come dicono i francesi, “c’est le ton qui fait la chanson”, è lo stile ciò che conta, e lo stile di Giusi è quello di una sensibilità affascinante. Si alternano episodi piccoli, pregni di significato, a grandi dolori come la morte del marito amato o quello lacerante di una figlia giovane e bella: alla fine si ha l’impressione di aver vissuto un poema.
Non ci sono grandi voli, tutto è piccolo, come è la vita vera, ma si ha un quadro sulla fecondità dell’amore. In un libro precedente “Il vestito di Arlecchino” erano i figli i grandi interlocutori di Giusi, ora sono soprattutto i nipoti che, nella loro immediatezza infantile, dicono grandi verità. “Questa è stata la mia prima barzelletta, me l’ha insegnata la nonna, lo ricordo come se fosse ora… la prima a insegnarmi come si raccontano le barzellette è stata lei’ e mi indichi guardandomi negli occhi con uno sguardo carico di tante ore passate insieme che credevo tu avessi dimenticato…e vado scoprendo che in ogni persona c’è una dimensione silenziosa dove si depositano quelle parole e quei gesti, apparentemente insignificanti, che possedevano sostanza di amore”. E’ un piccolo libro che consiglio di leggere e rileggere.
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