Avevo deciso di non scrivere più libri. L’ultimo è stato su san Josemaría e i giovani, che è il tema che più mi interessa: il bellissimo ricordo di un santo che mi è particolarmente padre, assieme all’apostolato con i giovani che è un’esigenza attuale da non dimenticare. Perciò pensavo di essere arrivato al capolinea avendo toccato le note più profonde del mio cuore.
Invece, mentre pregavo, ho sentito la necessità di scrivere sui miei amici santi di ogni epoca. Vorrei dare un contributo alla fiduciosa confidenza con i nostri interlocutori del Cielo. In compagnia dei santi si vive meglio e, naturalmente, è fondamentale il rapporto col santo dei santi, Gesù.
Nella mia vita la presenza di Gesù è stata fondamentale ma la trovo sempre migliorabile. Vorrei esaudire quel desiderio di Gesù di vivere in me che è poi il fine ultimo dell’Incarnazione, riferito a a tutto il mondo e a me. L’Ultima Cena resta uno spettacolo sublime. “Desiderio desideravi” dice Gesù, nel testo latino, per sottolineare con la ripetizione quanto forte fosse la sua voglia di istituire la Comunione con noi. ”Ho desiderato con desiderio” è una frase ridondante che cerca di esprimere il fuoco che c’era nel cuore di Cristo in quel momento.
Allora ecco che sta arrivando, se Dio me lo concede, un libro che parla di questa amicizia con Gesù e con tutti i suoi santi che, come dice Joseph Ratzinger, rappresentano un aspetto della realtà di nostro Signore. Vorrei parlare, oltre che di Gesù Maria e Giuseppe, di San Paolo e della mia amicizia particolare con Maria, la sorella di Lazzaro, quella che s’intendeva con Gesù senza parlare.
Vorrei narrare al mondo la mia gratitudine per Sant’Agostino: la lettura delle Confessioni mi hanno preparato ad un atteggiamento confidenziale con Dio e alla decisione di dedicarGli tutta la mia vita.
Un’altra amicizia particolare è con Santa Caterina da Siena: una mistica vera, molto italiana, dotata di senso dell’umorismo e anche di coraggio. Dire al Papa: “Santità siate virile” non è da tutti. L’efficacia si è vista col ritorno del Papa a Roma con l’abbandono di Avignone.
Un altro santo simpatico non solo a me è san Filippo Neri. Il Signore ce lo ha regalato, immagino, anche per mitigare il rigore di Sant’Ignazio a cui peraltro sono grato per altri motivi. Capire che l’impegno per servire il Signore può essere vissuto con buon umore è fondamentale soprattutto per l’uomo moderno, non solo nel ‘500. Oggi che tanti si affannano per raggiungere i propri obiettivi personali, è utile ricordare che la vita d’intenso rapporto con Dio è fonte di allegria.
Mi fermo qui chiedendo una gentile preghiera per riuscire a compiere questa piccola impresa libraria.
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