Oggi, mentre facevo orazione, ho considerato come fra me e Dio ci sia un gran mare di mediocrità. Come ci può essere mediocrità con Dio? Basta che mi adatti al pensiero di essere semplicemente un buon uomo ed ecco che il rapporto con Dio si può definire mediocre. Non ha senso la mediocrità con Dio, con Gesù. Con Dio devo stare sempre al top dei miei sentimenti e disponibilità. Nel Vangelo gli incontri con Gesù sono sempre un’elevazione ad altezze mai viste, e io mi devo accontentare di essere “buono”?
Gli interlocutori sono due: io e Gesù. Se io parto con lo sguardo spento grande sarà il contrasto con la risposta di Gesù. Ho presente cosa vuol dire amare con tutto il cuore? Non posso pretendere di essere come Dante nel Paradiso ma una scossa me la devo dare. Soprattutto le aspettative di cosa può fare Gesù di me. Con Gesù la mia orazione diventa onnipotente. Non c’è nessun problema umano o divino che non possa essere affrontato. Se io sono quello che sono, Gesù è quello che è. Perciò non esistono confini con la potenza dell’orazione che Gesù provoca in me. Tutto è affrontabile, tutto è risolubile, basta abbandonarsi alla fede. Sì alla fede, perché se non vivo la fede con Gesù che me ne faccio? Devo abbandonare la falsa modestia che deriva dalla mia oggettiva condizione e capire che “posso tutto in Colui che mi dà forza” (Filippesi 4,13).
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