Presenza di Dio
Stimolati da S.Agostino che, nel suo libro “Le Confessioni”, mostra che la fede va vissuta in modo totale, mi viene in mente San Josemaría, che invitava a vivere la “presenza di Dio”, vissuta continuamente, che genera atti di ringraziamento, di pentimento, giaculatorie e allegria…
Nei primi anni settanta ebbi un incontro con lui assieme a tanti ragazzi di allora, in un dolce giardino sul lago di Como. Per stimolarci a vivere la presenza di Dio ci raccontò che lui stesso ogni tanto la “perdeva” e, proprio in quel giorno, per ritrovarla, ripeteva alla Madonna “Madre, Madre mia”. Un ragazzo gli chiese se era vero che perdesse il contatto col soprannaturale, quasi meravigliato, perché noi tutti sapevamo come il Padre fosse esemplare in questo. Umilmente il Santo disse: “Sì, è così”.
Un piccolo episodio che testimonia la pedagogia che San Josemaría usava con noi, con esempi di vita vissuta.
Quando penso alla presenza di Dio mi torna in mente: ”Madre, madre mia” e mi accorgo che io vivo momenti lontani apparentemente dal Signore. La rilettura di S. Agostino mi ha stimolato a tornare sul tema perché la fede non è altro che prendere coscienza della presenza di Dio in noi. Man mano ho capito che, per parlare con Gesù e la Madonna, non c’è bisogno di mettersi in atteggiamento formale, anzi mi permetto di dire che si può arrivare fino allo scherzo, a ridere insieme, come quando l’amicizia è solida. Noi non possiamo niente, Gesù può tutto: quest’amicizia è bella e conveniente e ci dà la sensazione di viaggiare su un carro in cui il pilota è Gesù.
“Nada te turbe, nada te espante: solo Dios basta” diceva la Teresona d’Avila, maestra di presenza di Dio. “Nulla ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta”. Si capisce come i santi fossero sereni anche in mezzo alle tribolazioni. Perciò Gesù va trattato come un amico. L’ha detto Lui : Vos autem dixi amicos. Vi ho chiamato “amici”.
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