Parliamo di Maria, la fiction televisiva che RaiUno ha programmato per
domenica e lunedì sera prossimi. Si tratta dell’ultimo impegno televisivo in
ordine di tempo della LuxVide, la società di produzione fondata da Ettore
Bernabei e portata avanti dal fondatore assieme ai figli Matilde e Luca. La Lux
vanta diversi record: la fiction su Papa Giovanni XXIII ha registrato il più
alto ascolto mai raggiunto da una fiction in Italia. La serie di don Matteo è
arrivata a ben otto serialità e non è detto che smetta, anche se le suore di Che
Dio ci aiuti continuano alla grande raccogliendo il testimone di don
Matteo. La Lux ha vinto premi internazionali e vanta una library di tutto
rispetto, da Guerra e Pace alla Bibbia.
Ma torniamo a Maria. Sicuramente i Sor Pedanti Pelnellovi troveranno
tante cosette da ridire ma la verità è che si trattta di un’opera che resterà
nella storia della televisione italiana e che nobilita i nostri schermi
televisivi i cui pixel per troppo tempo hanno colorato la tv spazzatura. Sembra
un miracolo che dallo stesso schermo da cui si è demolito il senso morale degli
italiani possa uscire una raffigurazione così commovente della Madonna. Il
personaggio di Maria è disegnato con delicatezza e forza: fin da bambina
dimostra personalità. Geniale è stata l’idea delle storie parallele di Maria e
della Maddalena. La Maddalena sembra seguire i dettami - ben suggeriti dalla
demoniaca Erodiade, vera antagonista di Maria - della cultura dominante dei
nostri giorni. Sogna bei palazzi e bei vestiti, balla come una velina, fa la
escort di alto bordo e finisce nella disperazione. Un itinerario attualissimo.
Sarà l’incontro con Gesù che prima la salva dalla lapidazione (viene
identificata con la figura dell’adultera) e poi le rimette i peccati davanti
agli indignati farisei. Quest’ultima scena s’intreccia col racconto della
parabola del figliol prodigo che diventa figura della Maddalena stessa. Si vede
che gli sceneggiatori hanno meditato a lungo il Vangelo riuscendo a inserire
raccordi inaspettati, come quando Maria, che è sicura della risurrezione di
Gesù, placa gli animi degli apostoli sbandati dopo la morte del Maestro,
raccontando l’episodio del Bambino perduto e ritrovato nel tempio dopo tre
giorni, alludendo al felice incontro che sta per avverarsi. Commovente la
passione “in soggettiva” della Madonna che avverte su di sé le frustate della
flagellazione pur trovandosi altrove. Salendo sul Golgota Maria sente le proprie carni
trafiggersi mentre assiste alla crocifissione.
Il messaggio è
estremamente chiaro. Finalmente si taglia corto con le interpretazioni
soggettive-sociopolitiche. Maria si santifica facendo fino in fondo la volontà
di Dio: accetta volontariamente di diventare la serva del Signore. E Gesù è
l’agnello che prende su di sé i peccati del mondo: è Colui che viene a fare la
volontà del Padre e beve il calice della sofferenza fino alla fine. Punto. Non
ci poteva essere una migliore introduzione alla Settimana Santa, e di questo
dobbiamo ringraziare la Rai che ha voluto questo programma, dimostrando che la
deprecata Rai lottizzata è sempre meglio della tv privata asservita al padrone
di turno.
Un grazie
particolare va a Ettore Bernabei. Fra tanti convegni e dispute raffinate sui
mezzi di comunicazione, che pestano l’acqua nel mortaio, Bernabei ha imboccato
la strada dritta di chi si espone di persona. Ha dato la faccia e i suoi soldi
non certo per farne altri, ma per dimostrare, come Cristoforo Colombo, che si
può scoprire l’America. E l’America è la televisione di qualità che riesce a
sconfiggere con ascolti maggiori la tv deficiente. Per far questo occorre
intelligenza e coraggio e Bernabei li ha dimostrati.
Domenica 1 a Lunedi 2 saremo presenti tutta la famiglia per vedere Maria!
RispondiEliminacondivisibile il ringraziamento alla Rai , non altrettanto condivisibile che una Rai di Stato lottizzata dai partiti debba per forza essere migliore di una TV privata come del resto si può dire della Scuola e di ogni altro servizio .
RispondiEliminaCaro Pippo,questa tua recensione mi ha convinto.questa sera vedrò lo speciale. ma trattandosi di un grande maestro della televisione come ettore bernabei non ci si deve meravigliare.credo che lui sia uno dei grandi animali veri della televisione moderna e credo che in termini di provocazioni e di innovazione sia molto più giovane di molti di noi, che giovani per giunta non lo siamo neanche più.E che la Rai sia ancora una grande Azienda nessuno lo metta mai in dubbio,perchè hai ragione tu, con tutte le colpe e le incrostazioni che questa Azienda si porta naturalmente dentro, nonostante questo rimane ancora uno straordinario strumento di informazione di massa.Mi permetto a questo punto di invitarti a venire a vedere in anteprima come hai fatto con Maria anche lo speciale che Rai Uno manderà in onda venerdì santo in seconda serata subito dopo la via crucis del Papa e interamente dedicata ad una mistica calabrese.Lei si chiama Natuzza Evolo e il titolo del programma fortemente voluto dal Responsabile di Rai Vaticano Marco Simeon sarà questo:"Natuzza, la via della croce".Scusami se oso fare una auto-citazione, ma insieme a me lo firma un grande intellettuale della storia della chiesa, Filippo Di Giacomo, e che in questa straordinaria avventura con la televisione-impegnata mi ha preso per mano e mi ha aiutato tantissimo.Spero davvero che tu riesca a trovare il tempo per vedere lo speciale in anteprima. A presto Pippo.
RispondiEliminaPino Nano
Abbiamo visto Maria ieri sera, in onda su RaiUno, siamo rimasti piacevolmente impressionati del suo sorriso semplice e disarmante in presenza di una situazione difficile, da spiegare, l'attesa del suo bambino!
RispondiEliminaCi siamo piacevolmente immersi nello sceneggiato...
Benissimo, che belle notizie e su vari fronti! Dalla realizzazione di fiction non solo di successo ma anche di contenuti alla consolazione di vedere confermato il coraggio di un personaggio pubblico come Ettore Bernabei. Sarebbe auspicabile che la figura e la missione della donna vengano comprese anche tramite fiction come questa.
RispondiEliminaPaolo Q
UN grazie ad Ettore Bernabei e a tutti i suoi collaboratori
RispondiEliminaGrazie ancora Pippo per questo articolo che ci aiuta a capire meglio la nostra strada per la santificazione, avendo come modello Maria.
RispondiEliminaMaurizio Verona