E’ una storia tanto bella che vale la pena raccontarla
per esteso. Ne avevo già accennato in una cartolina dal Paradiso ma conviene
aggiungere tanti particolari che la rendono affascinante, perché parla d’amore,
e adeguata ai tempi, perché parla di lavoro ben fatto e florido, controcorrente
in questo clima di crisi.
Gregorio
Fogliani nel 1976 è un giovanotto genovese di 19 anni, ultimo di sei fratelli,
molto amato dalla sua mamma, con il cuore grande e molto socievole come accade
spesso ai figli più piccoli in una famiglia numerosa in cui ci si vuol bene.
Questo cuore grande s’infiamma quando conosce Luciana, una ragazza che per lui
è la donna più bella del mondo. E’ innamorato cotto, come ricorda sua sorella,
e gira per casa sospirando e ripetendo “Com’è bella…”. Fin qui non ci sarebbe
nulla di originale, senonché
Gregorio decide di conquistare la sua bella presentandosi con un
curriculum di tutto rispetto e si tuffa nel lavoro con passione. Il padre ha
una pizzeria e Gregorio, incoraggiato dalla mamma che ha fiutato in lui la
stoffa dell’imprenditore, mette su prima un locale più grande e subito dopo un
altro. In questi locali si servono pasti per persone che lavorano negli uffici
e subito Gregorio fiuta l’affare dei buoni pasto. Comincia con le convenzioni
con gli enti e in pochi anni diventa il primo distributore italiano di buoni
pasto, con la sigla QuiGroup!. Lo precedono in classifica solo i francesi con
una multinazionale ma Gregorio punta alla vetta e aumenta il fatturato anno per
anno. Ha creato una rete di locali in tutta Italia che accettano i suoi buoni
pasto ma si accorge che i buoni pasto cartacei presentano inconvenienti:
possono essere rubati o perdersi, vengono usati al supermercato per fare la
spesa e la riscossione non è semplice, la distribuzione in tutta Italia
richiede una organizzazione complessa… Allora s’inventa il buono pasto
elettronico. Al posto del tagliando cartaceo fa caricare il buono su una
tessera elettronica e di colpo tanti problemi scompaiono. Ma Gregorio non si
ferma lì: si rende conto che la card elettronica è il futuro e s’inventa il
circuito tornasconti. Ora che ha
imparato a far convenzionare i negozi propone una carta che garantisce sconti
presso decine di migliaia di esercenti, non solo nel settore alimentare.
Dapprima gestisce l’idea in proprio poi nel 2010 crea il più grande circuito di loyalty in Europa
raccogliendo oltre 24.000 esercizi commerciali e divenendo partner ufficiale di
Poste Italiane per lo sviluppo congiunto del circuito Sconti BancoPosta,
riconosciuto come “miglior programma loyalty” 2011 a livello internazionale.
Tutti abbiamo visto la campagna pubblicitaria che Poste fa con Robin Hood che
garantisce sconti ai tanti che hanno il conto presse l’Ente, cioè 12 milioni di
persone. Un’iniziativa di grande impatto sociale ora che gli sconti sono
necessari per arrivare a fine mese. Parallelamente QUI! Group diventa partner
di Cisl per la realizzazione congiunta del circuito di scontistica NoiCISL per
più di quattro milioni di iscritti.
I suoi clienti sono Enel, Eni, Unicredit, BNL, Banco
Popolare di Milano, Ferrovie dello Stato e altri. Raggiunge così 20 milioni di
clienti ma non si ferma.
Nel 2008 crea PayBay una software house di successo
specializzata nella monetica, campo prediletto da Monti nel suo programma di
governo. “La nostra prossima tappa sarà lo sviluppo di sistemi di pagamento via
cellulare”, afferma. Assume ingegneri e giovani tecnici proprio mentre altre
società sono costrette a licenziare, attualmente è arrivato a mille dipendenti
con una quota rosa dell’80%: “Le donne sul lavoro hanno una marcia in più: sono
più perspicaci, più fedeli, più toste”.
Chiude il 2011 sfondando il muro dei
500 milioni di euro di fatturato con una crescita media degli ultimi 5 anni del
23%, 120 mila esercizi sul territorio nazionale affiliati al servizio buono
pasto, oltre 7. 000 fra Enti ed
Aziende clienti, 900 fra dipendenti e collaboratori e 60 nuove assunzioni
inserite dall’inizio dell’anno.
Sensibile
ai temi della solidarietà, crea la QUI Foundation e lancia l’iniziativa Pasto
Buono “Un progetto solidale che
permette di distribuire ai bisognosi cibo sano e invenduto dai pubblici
esercizi, in varie città italiane”. Trova l’ostacolo di una legge vigente che
proibisce la distribuzione dei pasti senza l’abbattitore di temperatura e
promuove nel 2011 un disegno di legge,
presentato in Senato, per favorire le donazioni alimentari,
semplificando l’attuale normativa in vigore. Un’iniziativa
sostenuta da tutti i fronti, anche in considerazione della necessità di ridurre
i grandi sprechi alimentari esistenti e fornire un sostegno al crescente numero
di persone che si trovano in povertà o alla soglia della povertà. Non contento avvia
in collaborazione col Comune di Genova un innovativo progetto di
approvvigionamento alimentare per “i nuovi poveri” basato sull’utilizzo di una
card elettronica che consente il consumo dei pasti in famiglia anziché nelle
mense per bisognosi.
Sempre a Genova in collaborazione con i suoi fratelli
gestisce diversi locali fra cui la prestigiosa Pasticceria svizzera, guidata
dalla mitica Paola, meta desiderata del quartiere di Albaro e fonte di gioia
per gli amici di Gregorio
Ma ciò che colpisce in Fogliani è
l’attenzione alla famiglia. Per lui sua moglie – la ragazza d’allora - è
tuttora la donna più bella del mondo. Segue con attenzione e simpatia
l’itinerario scolastico delle figlie, ormai universitarie. La sua casa è aperta
agli amici, compresi i fidanzati delle figlie. Non sogna yacht né farsi
fotografare al timone di grandi barche. Conduce una vita sobria, fa colazione e
cena in casa, il week end in famiglia e preferisce la cucina della suocera che,
smentendo il luogo comune, stravede per lui. Per i suoi cinquant’anni la figlia
più piccola gli ha scritto una lettera struggente che termina con queste
parole: “ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto della fortuna che
ho avuto ad avere due angeli come te e la mamma; insieme siete la mia forza ed insieme mi avete cresciuta
parlandomi ed insegnandomi ad ascoltare ..
Una cosa però, caro
papà. L'ho imparata anche io .. l'amore che provo per voi è infinito !!! TI
AMO”
Lo stereotipo dell’uomo d’affari cinico e arrogante è
sotterrato da Gregorio che tiene in gran conto l’amicizia ed è una persona
allegra e accogliente. Vive una fede intensa, memore dell’esempio di sua madre.
Insomma esistono gli imprenditori cristiani, anzi cattolici.
Questo articolo mi riempie di gioia ma al contempo carica di dispiacere il mio cuore. Se Gregorio Fogliani fosse nato e cresciuto in Sicilia e avesse tentato queste bellissime imprese qui... per invidia, clientelismo,concorrenza "sleale" glielo avrebbero impedito! In questa terra chi vuole fare del bene facendo bene il suo lavoro, senza cercare il suo solo interesse, viene "atterrato" nei modi "più vari", messo al bando come un "lebbroso"da mormorazioni o/e calunnie,"bloccato" nei suoi progetti da una avida e cupida burocrazia, convenuto o imputato in processi giudiziali "campati sul nulla" e pertanto indifendibile,costretto ad abbandonare o la terra o il lavoro o il decoro e l'onorabilità!
RispondiEliminaIn un ottica di fede devo pensare che tutto "è per il bene", ma con grande rammarico penso da un punto di vista semplicemente umano che in Sicilia non è previsto nessuno spazio per un vero cambiamento, per nessun imprenditore o professionista che ami veramente il lavoro,sua moglie,la famiglia ..il prossimo!
cris
una siciliana molto "delusa"