“Con
le pinne, il fucile e gli occhiali, mentre il mare è una tavola blu…” recitava
una canzone degli anni 60: direi che ci sta bene un tuffo al mare o una
scarpinata in montagna dopo un anno di tensione. Per un cristiano c’è qualcosa
di più. L’estate è il momento in cui si può approfondire. Certamente qualcuno
dirà che gli impegni aumentano perché le esigenze della famiglia si
moltiplicano e alla fine si dirà: ”aiutatemi!” come quel tale della pubblicità;
ma un po’ di verità c’è nel significato del termine “vacanza”: essere
libero da
incombenze e compiti. Un cristiano sa che porta dentro di sé un Gesù. Può
sembrare scioccante dirlo in questo modo, ma è quanto afferma san Paolo quando
dice: “non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me» (GaI. 2,20). E’ vero che
porto dentro di me un Gesù che aspetta degli artisti (la grazia di Dio e
la mia volontà) che tirino fuori la Sua immagine a mo’ di bravi scalpellini,
come Michelangelo estraeva i capolavori dal marmo. L’estate è il momento buono
perché la creatura si metta davanti al Creatore e lo contempli, è il momento di
leggere le Confessioni di Sant’Agostino (a diciotto anni le lessi e rimasi
fulminato) o un altro libro che apra gli orizzonti. E’ il momento di
trasmettere la fede con naturalezza: sotto l’ombrellone ricordo i discorsi più
belli sul senso della vita. E’ il momento in cui gli amici aprono volentieri il
loro cuore e si può parlare con semplicità. Posso confessarmi meglio. L’estate
può essere il momento di Gesù.
estate, tempo di spunti spirituali e non, di buoni propositi e di nuove energie attinte dalla Bellezza... non vedo l'ora!
RispondiEliminagrazie di questo post, mi ci ritrovo alla grande e mi ricorda di impegnarmi un po' di più anche con le letture, recentemente trascurate...
Buona estate!
Cristina