Conversione è il titolo del libro in cui Leonardo Mondadori rispondeva alle domande di Vittorio Messori descrivendo la propria conversione. “Conversione” è anche la parola chiave che il Papa ha utilizzato nell’omelia di domenica scorsa per inaugurare il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione. La “conversione” personale, per il Santo Padre, è lo scopo dell’anno della fede che deve trasformare il cuore dei fedeli.
Sono stato testimone dell’itinerario che Leonardo
Mondadori, allora presidente della Casa Editrice, ha percorso nell’arco di una
decina d’anni. All’inizio era un gentile signore desideroso di portare fermenti
culturali nuovi, poi ha cominciato a prendere sul serio la fede e, infine, è
diventato un uomo raggiante, apostolico a tutto campo. Sua è stata l’iniziativa
di lanciare a livello internazionale il “primo libro di un Papa” Varcare la
soglia della speranza, suo è stato il
desiderio di pubblicare libri che spiegassero la natura e i fini del
matrimonio, suo l’impegno per portare ad una fede operativa ognuno dei suoi
amici. Ecco cosa può diventare un uomo che ha compiuto in sé, con l’aiuto della
grazia, una conversione: una brace ardente capace di appiccare il fuoco
dovunque. “Fuoco sono venuto a portare sulla terra…” dice Gesù (Lc 12,49) e il cristiano
non è un cristiano completo se non è un incendiario. Io vorrei uscire da
quest’anno della fede “convertito”: vorrei diventare un appiccatore di fuoco
(d’amore di Dio) a tutto e a tutti. Questo intende Papa Benedetto.
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