venerdì 29 marzo 2013

Gesù esagera per insegnarci qualcosa


Il giorno di Pasqua Gesù risorge. Solo un Dio può risorgere dopo tre giorni. Il fondamento della felicità cristiana sta in quella risurrezione. Il giovedì santo si avverte palpitante l’umanità di Gesù: il suo cuore. Il giovedì santo è il giorno che più mi commuove. La Domenica di Pasqua è la fede che mi mostra il prodigio di Dio. Il giovedì precedente sento il cuore di Gesù ardere con un’intensità irraggiungibile che emana il calore sufficiente per riscaldare il mio povero cuore. Gesù comincia esagerando, inventandosi un gesto che ora è abituale ma allora doveva risultare sconvolgente. Lava i piedi ai suoi amici e lo fa bene, con l’asciugamano cinto in modo da asciugare dopo il lavacro. Ma perché fai questo Signore? Pietro, che ha il cuore grande, avverte l’eccezionalità del gesto e si ribella. Si ribella anche perché avverte che in quel gesto incombe la tragedia. Poi il pane e il vino. Vorrei non abituarmi mai e vedere in ogni Messa l’ultima cena. “Ho desiderato ardentemente” dice Gesù nella traduzione italiana del Vangelo. Il fuoco arde nel cuore di Gesù ed è il fuoco della redenzione, del rinnovato amore fra l’uomo e Dio. L’amore di Dio c’è sempre ma ora noi possiamo attingere al cuore di Gesù per infiammare il nostro. Che gran giorno il giovedì Santo! Quest’anno lo passeremo accanto all’ultimo dono che Dio ci ha fatto: un Papa che sa parlar d’amore, che lo trasmette. Un Papa che opera e parla con la dolce pedagogia del pastore che vuol nutrire al meglio le sue pecore. 



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