L’insegnamento
di Papa Francesco apre le porte alla speranza per i giovani e per gli anziani
in un momento in cui la società civile è sull’orlo della disperazione. Sembra
che il meccanismo che porta avanti il nostro Paese si stia inceppando mentre i
politici appaiono incapaci di fronteggiare la situazione. Divampano polemiche
su questioni marginali mentre l’essenziale – casa, pane e lavoro – viene
trascurato. I cristiani e coloro che sono attratti dal messaggio del Papa hanno
un compito preciso: formare i giovani a grandi responsabilità. Il vangelo di
Giovanni ci racconta che Gesù lava i piedi agli apostoli prima dell’ultima
cena, in cui si offre come nostro alimento spirituale. Un messaggio chiaro di
servizio abnegato e totale. I nostri giovani non devono soggiacere alla cultura
egoistica dominante ma devono imparare quello spirito di servizio che già ha
dato buoni frutti all’indomani dell’ultima guerra. Una classe politica giovane
e determinata ha portato il nostro paese, senza materie prime e a pochi anni dalla
distruzione, al quarto posto al mondo per sviluppo economico. Erano persone che
abitavano in case modeste (La Pira addirittura in un convento) e non
disponevano di denaro a proprio vantaggio. Crearono una classe media che non
esisteva prima della guerra e possibilità per tutti di accesso alla cultura.
Furono ostacolati e bersagliati ma oggi ne sentiamo la mancanza. I giovani che
vogliono seguire Papa Francesco devono studiare, lavorare e servire. E noi li
dobbiamo aiutare.
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