L’artista
Paola Grossi Gondi inaugura in questi giorni un’opera permanente presso la
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Nell’enorme ingresso
dell’edificio un consistente filo rosso parte dal lucernario penetra nella
parete, fuoriesce in un altro punto, s’affonda nel pavimento, riemerge,
volteggia e scompare ancora nel muro. L’opera ingentilisce la maestosità
dell’edificio magniloquente e attiva la fantasia. Viene presentata allo
spettatore come l’ispirazione artistica che viene dall’alto. Conoscendo
l’artista so che c’è di più. C’è la luce del lucernario e da questa procede il
filo che si cuce nella nostra umanità con il rosso dello spirito. C’è la
Trinità che penetra nella vita dell’uomo e la trasforma. Quest’opera mi fa
meditare. Non sono stato educato al rapporto con Dio Creatore che s’incarna e
ci assiste col suo Spirito. La consapevolezza di essere figlio amato da Dio è
una conquista continua che i santi mi aiutano a compiere. “Tu mi dici: non vorrei essere assorbito
dalle cose mondane e io ti rispondo che siamo noi che le rendiamo mondane
perché tutto procede dalla bontà divina” diceva Santa Caterina: una frase che mi ripeto
ogni giorno e che il filo rosso raffigura. Siamo in un’epoca folle che vuole
staccare la creatura dal creatore ma la natura umana si ribella e attraverso
l’arte torna a dire che c’è un mistero d’amore nell’universo. Dio viene da me e
mi parla col mio linguaggio malgrado la resistenza delle mie pareti. Dio mi
accetta perfino come sono.
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