Oggi il compito principale
per la Chiesa è la formazione dei laici. Non sono io che lo dico ma il Concilio
Vaticano II: il nucleo fondamentale del suo messaggio è la chiamata universale
alla santità. Anche i laici sono chiamati ad essere uomini e donne di Dio. Chi
è per noi un laico cristiano? Se confronto l’idea corrente di cristiano normale
con quella dei primi cristiani, com’è prospettata negli Atti degli Apostoli,
vedo una differenza abissale. La familiarità con lo Spirito Santo, la
generosità economica, l’iniziatica apostolica, la fiducia nella preghiera,
erano di un livello quasi inimmaginabile per un cristiano d’oggi. Come colmare
questa differenza? Occorre pregare il Padrone della messe perché mandi operai…
e questo è il primo passo. Il secondo è adeguare a livelli più alti gli
obiettivi di chi ha la responsabilità della formazione dei laici. Chi va a
Messa la domenica, non tradisce la moglie, e non ammazza è un cristiano al
primo gradino ma bisogna salire più su: arrivare al livello dei santi, di Santa
Caterina, di Santa Teresa, di Padre Pio. Rapporto continuo con Gesù,
preoccupazione affettuosa per gli altri, frequenza dei sacramenti, approfondimento della fede, impegno nel lavoro
ben fatto, relazione leale con i colleghi, rapporto continuo con i figli e così
via. E’ vero che per secoli il modello di santità sono stati frati, suore,
fondatori, vescovi ma sarà la comunione con Gesù a suggerire strade nuove. Col
Suo aiuto creativo le tracceremo col nostro cuore innamorato.
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