Mi
sono commosso quando in Piazza Duomo si è cantato in coro “O Sole mio” nel
giorno della festa per l’EXPO. Ho pensato che siamo un paese unito e che le
nostre differenze sono ricchezze. Don Giussani, brianzolo e milanese
d’adozione, amava le canzoni napoletane. Napoli, prostrata dalla storia,
continua a spargere le sue ricchezze d’umanità. In ogni ambiente quando c’è un
napoletano c’è una nota distesa.
Mi è piaciuta la nonna abruzzese che ha apostrofato i facinorosi. Anche
lei sentiva Milano come la “sua” città. Ci ho vissuto negli anni ‘70, gli anni
di piombo: anche allora il buon senso e l’operosità dei milanesi hanno sommerso
il terrorismo. I manifestanti no EXPO non si rendono conto che le ingiustizie
mondiali non si combattono incendiando le macchine dei cittadini ma con
l’intelligenza e la cultura, doti che gli italiani hanno in abbondanza. Papa
Francesco difende i poveri e sa bene che non basta distribuire pasta e fagioli.
La vera battaglia è trovare le cause del divario che vede gli 80 uomini più ricchi
guadagnare quanto 3 miliardi e mezzo di persone povere. Il suo video-messaggio
per l’inaugurazione dell’Expo vale immensamente più delle sterili proteste.
Occorrono studiosi, politici, persone di buona volontà per affrontare il
problema con l’aiuto della Provvidenza. Coraggio, cerchiamo di formare giovani
che sappiano prendersi responsabilità per il bene comune e non per la propria
carriera. Con giovani di cultura e di cuore (milanese o napoletano che sia) ce
la faremo.
Nessun commento:
Posta un commento