venerdì 25 marzo 2016

Oggi essere cristiani è una scelta urgente e consapevole


Le persecuzioni hanno un aspetto provvidenziale. La marea montante contro la famiglia (e i cattolici in generale) diventa sempre più evidente e allarmante. Soprattutto in Italia fare una famiglia oggi è come piantare una tenda in un deserto. Nessuna agevolazione, solo difficoltà. Dimostrare pubblicamente la propria fede è causa di ostilità e di emarginazione. Un esempio fra i tanti possibili, che a suo tempo fece Galli della Loggia: è inconcepibile che il direttore del Corriere della Sera sia un cattolico praticante (e aggiungerei La Repubblica e La Stampa). In diversi stati europei portare un segno religioso attaccato a una collana non è tollerato, e così via... In tutto questo c'è un aspetto positivo: oggi chi vive di fede deve essere in grado di renderne ragione. Non c'è più spazio per la tiepidezza e la mediocrità. Posto che siamo tutti peccatori e indegni di essere cristiani, non è più il momento di sentirci soddisfatti perché cristiani della domenica. Se voglio perseverare nella fede oggi devo avere la forza che viene dalla direzione spirituale e dalla frequenza dei sacramenti (confessione, comunione, santa messa). Devo leggere continuamente il Nuovo Testamento e libri di autentica spiritualità cristiana. Sentire la preoccupazione delle anime: la messe è molta ma gli operai sono pochi. Devo pregare il padrone della messe perché mandi operai... Devo vivere l'allegria del dono di se'. Solo chi si è dato è contento. Oggi essere cristiani è una scelta urgente e consapevole.

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