Le
persecuzioni hanno un aspetto provvidenziale. La marea montante contro la
famiglia (e i cattolici in generale) diventa sempre più evidente e allarmante.
Soprattutto in Italia fare una famiglia oggi è come piantare una tenda in un
deserto. Nessuna agevolazione, solo difficoltà. Dimostrare pubblicamente la
propria fede è causa di ostilità e di emarginazione. Un esempio fra i tanti
possibili, che a suo tempo fece Galli della Loggia: è inconcepibile che il
direttore del Corriere della Sera sia un cattolico praticante (e aggiungerei La
Repubblica e La Stampa). In diversi stati europei portare un segno religioso
attaccato a una collana non è tollerato, e così via... In tutto questo c'è un
aspetto positivo: oggi chi vive di fede deve essere in grado di renderne ragione.
Non c'è più spazio per la tiepidezza e la mediocrità. Posto che siamo tutti
peccatori e indegni di essere cristiani, non è più il momento di sentirci
soddisfatti perché cristiani della domenica. Se voglio perseverare nella fede
oggi devo avere la forza che viene dalla direzione spirituale e dalla frequenza
dei sacramenti (confessione, comunione, santa messa). Devo leggere
continuamente il Nuovo Testamento e libri di autentica spiritualità cristiana.
Sentire la preoccupazione delle anime: la messe è molta ma gli operai sono
pochi. Devo pregare il padrone della messe perché mandi operai... Devo vivere
l'allegria del dono di se'. Solo chi si è dato è contento. Oggi essere
cristiani è una scelta urgente e consapevole.
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