"Non possiamo
incrociare le braccia quando una sottile persecuzione condanna la Chiesa a
morire d'inedia, relegandola fuori dalla vita pubblica e, soprattutto,
impedendole d'intervenire nell'educazione, nella cultura, nella vita familiare.
Non sono diritti nostri:
sono di Dio ed Egli li ha affidati a noi cattolici per esercitarli.
Vi dirò a questo proposito
un mio grande desiderio: vorrei che nel catechismo della dottrina cristiana per
bambini si insegnasse chiaramente quali sono quei punti fermi su cui non si può
cedere nell'agire, in un modo o nell'altro, nella vita pubblica; e che si
affermasse, allo stesso tempo, il dovere di intervenire, di non astenersi, di
collaborare per servire con lealtà e libertà personale il bene comune. E' un
mio gran desiderio, perché vedo che così i cattolici imparerebbero queste
verità fin da bambini e le saprebbero mettere in pratica una volta diventati
adulti."
Sono parole di San Josemaría
Escrivá, scritte nel 1932, di totale attualità. E' necessario che chi ha fede esca
dal letargo in cui sembrano immersi i cattolici. Ognuno a modo suo. Sono
ridicole per non dire diaboliche le polemiche su quale comportamento adottare.
L'importante è non restare inerti. Ognuno col suo criterio e con la sua
inclinazione. Educazione (scuola), cultura (intrattenimento, informazione,
approfondimenti), vita familiare (la possibilità di sposarsi giovani, rispetto
per la vita umana, agevolazioni fiscali e tutto il resto) sono i campi in cui
lavorare intensamente.
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